Incassare 20 cedole in 4 giorni grazie a Intesa Sanpaolo | Investire.biz

Incassare 20 cedole in 4 giorni grazie a Intesa Sanpaolo

19 feb 2020 - 15:55

19 feb 2020 - 17:05

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I massimi da 11 anni di Piazza Affari offrono un grande affare per gli investitori. I rialzi di Intesa consentono di ottenere 21 cedole con il Phoenix WO di Leonteq

Nel corso del 2018 gli indici azionari mondiali hanno subito un calo consistente delle quotazioni. Il nostro FTSE Mib non ha fatto eccezione e dal mese di maggio a dicembre ha perso quasi un quarto del suo valore, arrivando a quotare poco sopra i 18.000 punti. Fortunatamente, già dal gennaio 2019 le quotazioni hanno ricominciato a salire in modo pressoché regolare, fino a superare – proprio in questi giorni – i 25 mila punti. Non accadeva dall'ottobre 2008.


Naturalmente, il forte calo dei prezzi delle azioni ha avuto ripercussioni sui prezzi dei certificati con sottostanti indici azionari o direttamente le azioni. Da sottolineare perlatro che le quotazioni dei Certificate in precedenza avevano subito cali meno che proporzionali in virtù della particolare struttura di questi strumenti, che proteggono il capitale in varia misura a seconda della struttura del prodotto. Una conseguenza frequente, in questi casi, è la violazione della barriera per la corresponsione delle cedole periodiche, che non vengono così percepite dall’investitore. Se, però, il Certificato è del tipo Memory coupon, le cedole non corrisposte nei periodi in cui il sottostante, o il paniere di azioni, si sia trovato sotto la barriera cedola, non si perdono e verranno poi riconosciute al sottoscrittore quando il livello di barriera viene recuperato.


E quanto potrebbe accadere al Certificato di cui trattiamo in questo articolo. Emesso nel febbraio del 2018, ha corrisposto solo le prime tre cedole prima che si verificasse la violazione della barriera cedola. Da allora si sono accumulate venti cedole mensili, poiché il prezzo del Worst of  non è mai risalito – in corrispondenza delle date di osservazione – oltre il livello stabilito. Il sottostante con la peggiore performance è Intesa Sanpaolo, con strike fissato a 3,10 ad azione e barriera cedola a 2,48 euro. La banca guidata da Carlo Messina nei giorni scorsi ha recuperato il livello e si trova ora sopra i 2,61 euro. La prossima data di rilevazione per la cedola è fissata al 21 febbraio, e – ove il prezzo dell’azione si trovasse ancora sopra i 2,48 euro – saranno corrisposte la cedola mensile dell’1% prevista per questa data di rilevazione più le venti cedole a memoria accantonate.


Caratteristiche del Certififato Phoenix Memory

Lo strumento in esame quest'oggi è un Phoenix Memory Certificate emesso da Leonteq. Con ISIN CH0402353848, ha come sottostanti Azimut, ENEL, ENI e Intesa Sanpaolo e nella struttura prevede cedole mensili a memoria pari all’1%. Il pagamento delle cedole avviene se il peggiore dei titoli che compongono il paniere vede le sue quotazioni essere uguali o superiori all'80% del prezzo rilevato in fase di emissione, Il capitale protetto dalla Barriera, di stampo europeo e quindi rilevata solo a scadenza, posta al 50% dello strike price. Il rimborso anticipato è stato stabilito a partire dal 21 giugno 2018, con trigger decrescente del 5% all’anno. Attualmente il trigger è del 95%, dal prossimo mese di marzo scenderà al 90%. La durata residua è di tre anni, avendo la scadenza fissata al 28/2/2023 e sul mercato secondario di EuroTLX passa di mano con un prezzo denaro/lettera di 1,140.47/1,151.94 euro per certificate.

 

Scenari ed elementi da valutare


Ma l'investitore che avesse in portafoglio il Certificato Phoenix emesso da Leonteq o stesse valutando di acquistarlo sul mercato quali scenari si troverebbe davanti? Gli elementi per questo Certificate sono molteplici e nello specifico sono::


a) Cedole a memoria: come abbiamo già scritto, la prossima data di osservazione è il 21 febbraio, se in quella data tutti i sottostanti sono sopra l’80% dello strike il Certificato paga la cedola mensile dell’1%, pari a 10 €, nonché le cedole a memoria non corrisposte nelle venti rilevazioni precedenti, pari a 200 €. Il worst of è Intesa Sanpaolo, che negli ultimi giorni ha recuperato il livello e si trova ben oltre il trigger cedola, pari ad € 2,48. Quindi, salvo improvvisi crolli del titolo, l’investitore riceverà 220€ per ogni Certificato posseduto.


b) Rimborso anticipato: non pare probabile un rimborso anticipato a breve termine. Il trigger per la prossima rilevazione è 2,94 per Intesa, ben lontano dai valori attuali, mentre dal mese di marzo occorre guardare al livello di 2,79, pari al 90% dello strike. Qui è necessario fare una considerazione sui sottostanti del Certificato: Intesa, Eni, Azimut ed Enel sono accomunati da una caratteristica, data dall’elevato dividendo che queste società distribuiscono ogni anno. Ciò da un lato consente agli emittenti di costruire Certificati con buoni rendimenti, più elevati rispetto alla  volatilità dei sottostanti, dall’altro impatta con il rimborso anticipato. Infatti, il giorno dello stacco del dividendo, solitamente a maggio, il prezzo delle azioni scende in proporzione all’importo del dividendo staccato, così allontanando la possibilità dell’autocall. Quando, come in questo caso, la cedola è ricca, all’investitore conviene tenere il Certificato in portafoglio il più a lungo possibile, in modo da riscuotere il maggior numero di cedole, cosa che potrebbe avvenire in questa situazione. In caso di rimborso anticipato il rendimento percentuale si calcola con la formula seguente: (prezzo di rimborso + cedole riscosse – prezzo di acquisto) / prezzo di acquisto x100.


c) Il rendimento alla scadenza: se il Certificato non rimborsa anticipatamente ed arriva a scadenza gli scenari sono due. Se il worst of si trova al di sopra della barriera finale, posta al 50% del valore iniziale, il rimborso sarà pari al valore nominale più, eventualmente, l’ultima cedola. Se, invece, il w.o. si trova al di sotto della barriera finale il rimborso sarà commisurato alla performance negativa del sottostante ed il sottoscrittore andrà incontro ad una perdita in conto capitale.

In conclusione, si può affermare che si tratta di un certificato con sottostanti italiani tra i più interessanti per redditività ed ai primi posti per la ricchezza del dividendo, con una ricca cedola a memoria ed in più un “tesoretto” di venti cedole accantonate. Può essere, quindi, una buona opportunità per chi abbia una visione non ribassista del mercato italiano.


DISCLAIMER
I certificati sono strumenti finanziari ad elevata complessità e potrebbero non essere adatti a tutti gli investitori. Prima di acquistare questi prodotti valutare attentamente i rischi e leggere la documentazione dell’emittente. Il presente articolo non costituisce sollecitazione né consiglio all’investimento, ma ha solo finalità informative.

 

5 - Commenti

Enrico L.

Enrico L. - 19/02/2020 16:17 Rispondi

pietro v.

pietro v. - 20/02/2020 17:40 Rispondi

pietro v.

pietro v. - 12/03/2020 12:32 Rispondi

pietro v.

pietro v. - 12/03/2020 12:37 Rispondi

Enzo T.

Enzo T. - 12/03/2020 19:58 Rispondi

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