La mania dei pagamenti elettronici, indotta dalla pandemia e dalla stay at home economy che ha dirottato molti dei consumi online, ha proiettato Stripe nell’Olimpo delle startup dalla Silicon Valley di maggior successo, con una valutazione che ha raggiunto i 95 miliardi di dollari, senza passare dal mercato.
A tanto infatti è stata valutata la società che, tra le altre cose, offre alle aziende i servizi per rendere disponibili sui propri siti i pagamenti elettronici, in un ultimo round di raccolta di capitali da 600 milioni di dollari.
L'aumento della valutazione dell'azienda riflette un boom nell'e-commerce e nell'attività di pagamenti digitali che ha aumentato i valori dei concorrenti quotati come Adyen e Square, così come Checkout.com, una start-up di pagamenti con sede a Londra che è stata valutata a 15 miliardi di dollari a gennaio.
Stripe batte Facebook e SpaceX
La valutazione di Stripe, triplicata nel giro di un anno, è nettamente superiore agli 80 miliardi di valutazione che Facebook ricevette dagli investitori privati prima di sbarcare a Wall Street e oltre i 72 miliardi che precedettero l'IPO di Uber nel 2019.
Con questo round di finanziamento, che include nomi quali Allianz, Fidelity, Axa e Sequoia, Stripe si è messa alle spalle anche i 74 miliardi registrati dalla SpaceX di Elon Musk lo scorso mese e resta ormai dietro solo il fintech cinese di ByteDance e Ant Group. Proprio Musk, navigato nel settore con PayPal, è stato uno dei primi investitori nella società di pagamenti elettronici.
Dall'inizio della pandemia di Covid-19, Stripe ha aggiunto 200 mila nuove compagnie nel Vecchio Continente. I suoi sistemi hanno processato quasi 5.000 richieste al secondo lo scorso anno, tra cui pagamenti, rimborsi e altre richieste da parte degli utilizzatori della piattaforma.
Stripe porta i Collison nella lista degli uomini più ricchi del pianeta
Fondata nel 2010 dai fratelli irlandesi Collison, Stripe ha avuto tanto successo da proiettare i due giovani impreditori nella classifica degli uomini più ricchi del mondo stilata da Bloomberg, con un patrimonio personale di oltre 11 miliardi ciascuno.
Secondo le indicazioni raccolte a Bloomberg dagli investitori, non c'è una stretta necessità finanziaria per l'ultimo round di raccolta dei capitali. Si tratta di una provvista che per il momento resterà a bilancio, in attesa che magari si riveli utile in un prossimo futuro.
In una nota, Stripe fa comunque riferimento allo sviluppo in Europa: "L'azienda utilizzerà i nuovi fondi per investire nelle iniziative europee (in particolare nel quartier generale di Dublino), per supportare la crescente domanda proveniente dalle grandi aziende del ramo Enterprise del Continente e per espandere la propria Rete Globale di Pagamenti e Tesoreria (GPTN)".
Ma non solo. Stripe “Nel 2021, Stripe continuerà a costruire la sua rete globale di pagamenti e tesoreria, ampliando ulteriormente la sua suite di software e servizi per aiutare le aziende ambiziose a generare maggiori entrate. Stripe sarà presto disponibile anche per altri milioni di aziende in Brasile, India, Indonesia, Tailandia e Emirati Arabi Uniti ”, ha affermato la società nella sua dichiarazione ufficiale annunciando il finanziamento.