Inizio di anno scoppiettante per i mercati emergenti che, a dispetto delle previsioni, consolidano quel risultato positivo che negli ultimi 12 mesi risulta ampiamente in doppia cifra. L’avvento di Trump alla Casa Bianca ha prodotto l’effetto esattamente opposto a quello che ci si attendeva con dazi annunciati e poi ritirati, altri già applicati, altri ancora solo strillati.
La realtà dice che Europa ed emergenti sono i vincenti di questo primo periodo dell’amministrazione Trump. Ma quali sono i paesi emergenti che stanno beneficiando di più di questa fase?
Borse Emergenti: Sud Africa e Cina in primo piano
Osservando le performance dell’ultimo anno spiccano indubbiamente due realtà. La Borsa sudafricana e quella cinese. La prima, grazie anche ad un corposo rafforzamento del rand, guadagna più del 30% negli ultimi 12 mesi. Il listino cinese invece ha sfruttato una politica monetaria espansiva ed un dichiarato sostegno governativo alle quotazioni delle società in Borsa con una performance che supera il 20%.
La realtà dell’indice emergente nasconde però anche dei fenomeni particolarmente negativi. Pur protagonista di un generoso rally dal 20 gennaio, il giorno in cui Trump si è ufficialmente insediato alla Casa Bianca, il Messico ha un bilancio a 12 mesi ancora pesantemente negativo nell’ordine del 16%. Peggio ancora la borsa indonesiana che da inizio anno perde il 10% e a 12 mesi il 20%.
Andamento simile a quello della Borsa indonesiana da gennaio in avanti è quello di un altro “pesante” mercato emergente come quello indiano ormai arrivato a pesare un quarto dell’indice generale emergente.
Da segnalare l’andamento a due velocità del mercato brasiliano. La miglior performance da inizio 2025, ma una delle peggiori (-15%) nell’ultimo anno. Anche in questo caso il fattore valutario ha inciso parecchio soprattutto nelle ultime settimane in cui il real ha ripreso vigore grazie a nuovi rialzi dei tassi di interesse da parte della banca centrale locale.
Un quadro quindi molto variegato che ancora una volta rafforza l’idea che diversificare si rivela una scelta vincente soprattutto tra mercati altamente volatili. Il beneficio di diversificazione è ben quantificato dalla volatilità annua dell’ETF generalista (ad esempio iShares Core Emg Market) pari al 13%. Tutti gli altri ETF che investono su singoli Paesi hanno volatilità annue comprese tra il 17% dell’India e il 24% del Messico.
Ovviamente questo spiega il perché il rendimento dell’ETF emergente è superiore a quello di ogni ETF geografico in termini di aggiustamento per il rischio.
Un 2025 comunque molto interessante su un mercato come quello emergente dove nel complesso le valutazioni non sono certamente care e che potrebbe beneficiare di una eventuale fase di debolezza del dollaro americano nei prossimi mesi qualora la dinamica dei tassi americani dovesse convergere verso il basso.