Torno ad occuparmi di obbligazioni convertibili dopo tanto tempo. Risale infatti al 2020 l'articolo " Le convertibili battono l’azionario globale" nel quale avevo messo a confronto un ETF che investiva in questa particolare tipologia di obbligazioni con l’azionario globale.
Per comprendere cosa sono le obbligazioni convertibili rimando a questo articolo " Obbligazioni convertibili: cosa sono e come funzionano" ben scritto dalla redazione di Investire.biz.
In sintesi possiamo dire che le obbligazioni convertibili sono titoli che si trovano in posizione intermedia tra i titoli obbligazionari e i titoli azionari. Il loro possessore ha la facoltà di decidere se rimanere creditore della società emittente per tutta la durata del prestito, oppure se convertire, in determinati periodi, il proprio status da creditore ad azionista sulla base di un rapporto di cambio predeterminato nel regolamento di emissione dell'obbligazione.
Ecco perchè le obbligazioni convertibili hanno sottoperformato
Sul mercato italiano degli ETF sono quotati strumenti che replicano questo particolare segmento. SPDR è l’emittente che offre due strumenti che investono in obbligazioni convertibili. Uno a cambio aperto e uno a cambio coperto Eur hedged.
SPDR Refinitiv Global Convertible Bond replica il mercato globale delle obbligazioni convertibili e ho deciso di metterlo a confronto con due ETF bilanciati che per volatilità e allocazione possono essere simili (Vanguard Lifestrategy 40 e 60) oltre che ad un azionario globale. Il risultato negli ultimi 2 anni parla chiaro.
Le obbligazioni convertibili hanno fatto naturalmente peggio dell’azionario globale, ma anche dei bilanciati di Vanguard.
Alla data del 5 maggio, i numeri dicono che le convertibili a cambio aperto hanno perso il 12%, il doppio rispetto al Vanguard LifeStrategy 40% e sei volte di più il LifeStrategy 60%. L’azionario ha invece raccolto nello stesso periodo un guadagno del 8%.
Quali i motivi di questa sottoperformance clamorosa? Sicuramente la qualità non eccelsa del credito degli emittenti contenuti nell’ETF. Quasi il 50% del portafoglio ha un rating non investment grade dalla doppia B+ in giù.
Poi l’esposizione ad uno dei settori più colpiti dal rialzo dei tassi. Quello growth visto che un terzo del portafoglio è costituito da aziende tech.
Pur non avendo una duration particolarmente elevata ha pesato la sensibilità al rialzo dei tassi di obbligazioni convertibili emesse negli anni scorsi con cedole molto modeste.
L’illiquidità e il conseguente spread tra denaro e lettera di molti strumenti contenuti nel paniere sono un quarto e ultimo fattore che ha zavorrato pesantemente questa forma di investimento rendendola peggiore rispetto ad un classico bilanciato, sia in termini di performance assoluta che di performance aggiustata per il rischio.
Tenendo in considerazione la maggiore volatilità rispetto ai bilanciati le convertibili si confermano uno strumento adatto a fasi rialziste sui mercati finanziari, ma non certamente durante bear market e recessioni.