Osservando le performance di due ETF tematici molto di moda negli anni passati, le energie pulite e il Cloud Computing, non c’è ombra di dubbio che il titolo di questo articolo ha molte ragioni dalla sua parte.
A distanza di 3 anni, sia gli ETF Clean Energy che quelli Cloud hanno perso per strada un quarto del loro valore (gli ETF presi come riferimento sono iShares Global Clean Energy e WisdomTree Cloud Computing). Negli ultimi 12 mesi il Cloud ha galleggiato grazie alla generalizzata ripresa del tech, mentre le energie pulite hanno continuato a subire il peso della lettera.
Ma soprattutto il cloud computing appare dotato di una forza relativa decisamente fragile se rapportata ad altri due temi che hanno sempre a che fare con l’innovazione tecnologica. A distanza di 3 anni, infatti, gli ETF sull’intelligenza artificiale (WisdomTree Artificial Intellingence) guadagnano il 20%, quello sulla Cyber Security il 7% (L&G Cyber Security) (dati al 31 maggio 2024).
Ancora ravvisiamo un’analogia con la forbice straordinaria che si è venuta a creare tra le energie tradizionali come petroliferi e produttori di gas, che hanno portato a casa un rotondo 100% in 3 anni e, appunto, le energie pulite con un deprimente -25% sempre nell’ultimo triennio.
Non stiamo qui a ricercare ragioni che possono essere svariate per ambo i settori. Sicuramente l’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del Cloud, almeno quello rappresentato dagli ETF, non è stato così positivo come ci si attendeva.
ETF Cloud Computing: un mercato caro (ma meno dell’AI)
Certamente il Cloud Computing dopo lo spettacolare quanto forse irrazionale rialzo post Covid quando realizzò uno stupefacente +91% (anno 2020) è ritornato da dove era partito e ora, con molta fatica, sta cercando di uscire da una fase particolarmente scadente dal punto di vista tecnico considerando quello che si è visto nell’intero settore tech. Anche graficamente l’impressione è che una nuova onda di ribasso potrebbe non essere lontana favorendo a quel punto chi sta aspettando prezzi più bassi per entrare.
L’ETF è principalmente focalizzato sul mercato americano ed è anche ben diversificato considerando che delle 67 partecipazioni in portafoglio le prime 10 rappresentano solo il 18%, il che per un tematico è un numero non elevatissimo.
Dal lancio questo ETF è comunque ancora positivo per circa il 25% e le masse amministrate superiori ai 300 milioni di dollari rimangono un supporto di non poco conto per l’eventuale ripartenza, se mai il settore dovesse tornare a riscuotere un certo appeal nei prossimi mesi.
A differenza di altri tematici bisogna riconoscere che non siamo di fronte ad un fondo di mega cap, ma ad un contenitore composto per il 65% da mid e small cap dove si spera di trovare il nuovo campione di domani. Quindi anche molto più sensibile alla volatilità ed eventuali cadute in recessione dell’economia.
Se ovviamente il dividend yield di questo ETF è zero, il rapporto prezzo utili di 32 e prezzo valore di libro di 6 denotano un mercato caro (ma meno dell’AI). Per chi cerca un segmento della tecnologia che ancora non ha espresso numeri così sfavillanti, gli ETF che investono sul cloud computing possono essere oggetto di qualche attenzione in più da parte dell’investitore che cerca di fare qualche scommessa tematica.