Le decisioni del governo cinese di attivare una sorta di "whatever it takes" nei confronti dell’economia domestica hanno rilanciato tutti gli indici aventi come sottostanti azioni cinesi.
Dopo la lenta e snervante erosione di valore accumulata negli ultimi tempi con strascichi su indici dove il peso della Cina è notevole (vedi azionario mercati emergenti), il balzo recente ha riportato sotto i riflettori gli ETF con la parola China protagonista.
Le misure di taglio dei tassi di interesse e riduzione delle riserve bancarie obbligatorie, volte a favorire il sempre più critico mercato immobiliare, ma anche il settore azionario con iniezioni di liquidità, nelle ultime settimane hanno spinto molti investitori a riabbracciare il tema Cina in Borsa.
Ovviamente non è detto che il Politburo riesca nell’impresa di riportare il tasso di crescita dell’economia sopra al 5% annuo come espresso nell’ultimo evento, ma la somma delle misure annunciate tutte in un colpo può rappresentare un volano notevole per l’intero universo cinese da mesi in lotta con una deflazione veramente difficile da sradicare.
ETF azioni cinesi: un universo altamente variegato
Gli ETF quotati in borsa e con la parola Cina in primo piano sono tanti. Soprattutto azionari. E le stesse performance degli ultimi 12 mesi sono varie e disomogenee. Osservando infatti le variazioni dell’ultimo anno l’ETF Kraneshares CSI China Internet è in rialzo del 20% ma a 3 anni risulta ancora negativo del 20%.
Subito dopo troviamo le top 50 cinesi con Xtrackers Ftse China 50, storico ETF nato nel 2007, che nonostante la sua concentrazione si è dimostrato il migliore del lotto nell’ultimo anno (+25%). Anche qui a 3 anni la performance è ancora negativa. iShares Msci China fa molto peggio a 3 anni con un saldo negativo in doppia cifra (-20%).
Il drappello degli ETF azionari cinesi in questo range di rendimenti è importante e tra indici diversi e criteri ESG diventa quasi inutile e noioso rendicontare chi troviamo in questo limbo.
Esistono però ETF che, nonostante il recente rimbalzo, rimangono ancora molto indietro. Invesco Ftse China Mid Cap 500 ad esempio è negativo quanto a performance degli ultimi 12 mesi. Lo stesso vale per la versione attiva dell’ETF di JpMorgan, ovvero China A Research Enhanced.
Ma il peggiore in assoluto a 12 mesi risulta essere Amundi China Tech ESG Screened che perde oltre il 6% nell’ultimo anno.
A distanza di 3 anni non si trovano invece ETF azionari cinesi con segni positivi. Il migliore è sempre Xtrackers Ftse China 50 con performance triennale negativa del 6%. Il peggiore Ubs Solactive China Tech con una negatività del 35%.
Universo dunque altamente variegato quello dell’azionario cinese, con performance disperse tra segni più e segni meno all’interno comunque di un periodo triennale che non ha fornito grandi soddisfazioni agli investitori. Staremo a vedere se le recenti decisioni di Pechino riusciranno a invertire definitivamente la rotta.