La narrativa delle nuove quotazioni di ETF è sempre più chiara. Spacchettare i potenziali fattori di rischio di concentrazione che si stanno annidando tra gli indici principali. L’America è la diretta responsabile di questo fenomeno e le Mega Cap americane sono a loro volta uno dei principali fattori che determinano l’attuale concentrazione degli indici.
E così dopo BlackRock che ha lanciato un ETF di top 20 S&P 500 (L'ETF che scommette solo sulle mega cap USA), dopo Xtrackers (e altri) che hanno lanciato un ETF globale ex USA, arriva anche Amundi con due nuove emissioni che vanno dirette alla pancia dell’investitore.
Gli indici americani sono troppo concentrati? Vorresti decidere tu piccolo investitore l’alchimia giusta tra Mega Cap e Mid Small Cap all’interno dell’indice a stelle e strisce? Eccoti servita su un piatto d’argento una coppia d’assi perfetta per azzerare ogni rimpianto.
Due nuovi ETF con cui costruire l’indice americano di Borsa
Con il lancio di due nuovi ETF quotati sul mercato tedesco, Amundi Msci USA Mega Cap e Amundi Msci USA ex Mega Cap, con un costo annuo di 0,15% si può decidere in autonomia come costruire l’indice americano di Borsa.
Amundi Msci Usa Mega Cap replica un indice di aziende americane con capitalizzazione superiore ai 200 miliardi di dollari. Al momento, sette sorelle comprese, i componenti sono 37. Amundi Msci Usa ex Mega Cap comprende tutto il resto.
Il primo ETF, il cui ticker non si può dimenticare (MEGA), vede Apple come primo titolo con un peso del 13%, seguito da Nvidia al 12%, Microsoft al 11% e Amazon al 7%. A livello settoriale il tech ovviamente domina con il 45%, seguito da servizi di comunicazione (13%) e beni voluttuari (12%).
La replica dell’indice è fisica con dividendi reinvestiti, quindi ad accumulazione dei proventi.
Il secondo ETF con ticker XMGA, ha le stesse caratteristiche di costo, replica e politica dividendi.
Completamente diversa però la composizione settoriale e anche la concentrazione sui singoli titoli. A livello settoriale qui sono gli industriali a comandare con un peso del 18%, seguiti dai finanziari con il 17%, tecnologia (15%) e farmaceutici (12%).
Decisamente più ampia la diversificazione per emittente visto che il primo titolo in portafoglio pesa per appena lo 0,8% (Servicenow) seguito con peso analogo da Walt Disney e McDonald’s. Il decimo titolo con lo 0,7% di peso è Goldman Sachs.
Parlare di ex Mega Cap con questo paniere di società sembra strano, ma questa è la conclusione a cui è arrivata Msci nel definire un indice che esclude i giganti finanziari della Borsa Usa.
Fatico a comprendere quale possa essere il beneficio di escludere (o di rendere esclusive) una parte delle società più grandi che compongono l’indice, aziende che evidentemente sono state finora quelle in grado di produrre maggiore crescita di utili.
La scommessa di chi comprerà questi ETF è binaria: o essere confidenti su una diminuzione futura dei profitti delle Mega Cap oppure essere ottimisti sulla continuazione del trend. Scommessa che sembra molto azzardata in ambo i sensi visto che esclude un fattore chiave per investire bene. Quello della diversificazione. Ma quanto meno la componente psicologica del rimpianto adesso è placata potendo scegliere l’investitore cosa e quanto fare.