Per gli investitori che hanno scommesso l’anno scorso in questi tre temi il 2023 si sta rivelando un vero e proprio incubo. Gettonatissimi sull’onda emotiva di una certa narrativa dettata dal marketing finanziario, queste tre tematiche hanno praticamente dimezzato il capitale di coloro che si sono affidati fiduciosi ai loro destini. Di chi sto parlando? Degli ETF tematici su cannabis, solare e idrogeno.
Quante volte abbiamo letto delle proprietà terapeutiche della cannabis e della sua ampia diffusione a livello medico? Le aziende inserite dentro i fondi tematici producevano (e producono) utili sostenibili nel tempo? Evidentemente no.
Quante volte abbiamo ascoltato storie di deserti africani coperti di pannelli solari che avrebbero risolto il problema della dipendenza energetica da fonti fossili? Questo fa delle aziende operative nel settore delle macchine da profitto? Evidentemente no.
Quante volte ci siamo fatti trascinare in scenari accattivanti dove l’idrogeno diventava l’unica fonte energetica da autotrazione con tanto di respirazione benefica di un tubo di scappamento. Questo fa delle società specializzate nel settore delle imprese altamente profittevoli? Evidentemente no.
Piccole masse, grandi perdite: l'analisi dei 3 ETF tematici
Quei rendimenti che il mercato si attendeva quando qualche mese fa aveva spinto i multipli a livelli stellari preludevano a solo una cosa: ritorno verso la realtà. Perché se c’è una costante per questi temi di investimento è quella che quando diventano mainstream offrono prospettive di rendimento molto modeste. L’ETF Rize Medical Cannabis nell’ultimo anno ha perso il 45%. Il Global X Hydrogen il 50%. Il Global X Solar il 45% (dati al 1 novembre 2023). Con masse amministrate modeste, questi tre ETF sono candidati ad essere presto messi in archivio dai gestori per scarsa redditività. Difficile sostenere fondi di questo tipo se sono antieconomici.
Il Rize Cannabis è stato lanciato dal 2020 e dalla partenza perde il 62%. Le prime 10 partecipazioni pesano per il 98% di un ETF composto da 14 titoli. I primi tre, sconosciute società operative nel settore, occupano oltre il 50% del portafoglio.
Il Global X Solar è stato lanciato poco più di un anno fa e il bilancio fa segnare -35%. Come tutto il settore clean energy è affondato anche il tema “solare” in questo 2023, con la Cina a fare da palla al piede dell’ETF coprendo il 50% del totale dell’esposizione geografica.
Il Global X Hydrogen infine nasce a inizio 2022 e dal lancio perde il 57%. Collocato e praticamente mai in positivo da quando è atterrato sul listino. Anche in questo caso la diversificazione non è un pezzo forte di un ETF dove le prime 10 posizioni occupano l’80% del paniere di 17 titoli.
Tre ETF disastrosi in un’annata dove le Borse mondiali hanno ballato. Certamente esistono anche ETF che hanno realizzato performance opposte, ma ancora una volta viene confermato che quando si usa la parola rischio per questi strumenti essa va elevata al quadrato.