Nel mondo delle commodity ha fatto notizia il superamento da parte del cacao del prezzo di uno dei metalli industriali per eccellenza, il rame. I problemi che hanno determinato la scarsità di offerta del cacao hanno spinto il prezzo della materia prima. Cosa che invece non si è vista nell’universo che ruota attorno all’oro rosso, ovvero il rame.
A causa dello stallo nel mercato immobiliare soprattutto cinese, a sua volta alle prese con una bolla speculativa scoppiata e di cui si faticano a vedere i tempi di smaltimento visto il sostanziale rifiuto del Governo nel voler sostenere le società operative nel settore real estate, i magazzini sono saturi di rame e la domanda rimane fiacca.
Sui prezzi del rame finora le pressioni sono state scarse, anche a causa delle politiche monetarie americana ed europea che mantengono tiepida la domanda dei consumatori di costruzione di nuove abitazioni e ristrutturazioni.
Investire sul rame con ETC o con ETF sulle azioni delle minerarie
Per sfruttare questa fase di stanca nell’andamento del prezzo del rame si può investire direttamente nella materia prima con ETC, oppure investire nelle azioni che lavorano direttamente con il "Dr. Copper" come sottostante principale.
Global X propone un ETF dal nome inequivocabile, Copper Miners. L'indice Solactive Global Copper Miners replicato dall’ETF comprende le società globali attive nell'esplorazione, estrazione e/o raffinazione del rame. A replica fisica totale delle 35 partecipazioni presenti nell’indice, questo ETF dal costo annuo di 0,65% è stato lanciato nel 2021 e dalla nascita guadagna oltre il 25%.
In realtà l’ETF esiste in America dal 2010 e nell’ultima decade il rendimento annuo composto è stato del 5% all’anno (dati a fine 2023), mentre dal lancio l’ETF raccoglie una misera performance annuale di poco più dell'1%.
ETF Copper Miners: la composizione geografica
Il Canada è il paese più rappresentato con un terzo della copertura, seguito da Australia e Stati Uniti al 10%. Le prime 10 società coprono il 50% del portafoglio e troviamo ai primi posti imprese minerarie come Ivanhoe, Antofagasta e Lundin Mining. Ma anche nomi più celebri come BHP e Freeport compongono la top ten.
Dall’ultimo report di Global-X scopriamo che le valutazioni forward di questi titoli minerari rimangono interessanti con gli utili attualmente pagati 13 volte e un rapporto tra prezzo e valore di libro di 1,3. Si paga indubbiamente dazio per quello che riguarda la volatilità che è del 33% annualizzata e un beta di portafoglio rispetto allo S&P500 di 1,12.
Le azioni minerarie nello specifico legate al rame hanno quindi un potenziale di ripresa interessante. Quello che manca è l’effetto traino della materia prima. Non scontato, come sa molto bene chi ha investito in azioni aurifere il cui andamento non ha rispecchiato quello dell’oro, ma promettente se la Cina dovesse ricominciare a macinare quella crescita economica per il momento abbastanza laboriosa.