Le elezioni europee hanno indubbiamente provocato degli scossoni all’interno dell’Europa, con la Francia epicentro del terremoto. La netta sconfitta del partito di Macron, la vittoria della destra più sovranista e la risposta immediata del Presidente che ha chiamato i francesi a nuove elezioni nel prossimo fine settimana, sono stati gli eventi che hanno mosso i mercati obbligazionari e azionari francesi.
Investire sulla Francia con gli ETF obbligazionari
Creando anche delle opportunità per chi aspetta a lungo degli eventi destabilizzanti che provocano interessanti sconti sui prezzi. Grazie agli ETF è possibile oggi investire direttamente sul mercato dei titoli di Stato francesi e sulla Borsa transalpina senza acquistare direttamente singole obbligazioni e azioni, processo spesso costoso e laborioso.
Cominciamo dalla parte bond con lo spread rispetto al Bund degli Oat francesi salito oltre i 70 punti base e i rendimenti decennali che toccano il 3,2%. Naturalmente il timore dei mercati è che l’affermazione del partito della Le Pen alla prossima tornata elettorale possa sconvolgere equilibri politici moderati fino a poco tempo fa considerati scontati. Il mercato vende quindi Oat preoccupandosi di cosa potrebbe accadere ai titoli del tesoro in caso di affermazione dell’estrema destra con una perdita di rigore fiscale e aumento spesa pubblica.
iShares offre un ETF quotato in Olanda dalla descrizione inequivocabile: iShares France Government Bond. Si tratta ovviamente di uno strumento che investe in titoli di Stato francesi e che ha una storia molto lunga. Con un costo di 0,2% all’anno l’ETF con duration 7,5 permette di avere una esposizione diversificata alla curva dei rendimenti francesi con un rendimento netto alla scadenza che si aggira attorno al 3,1%. Da maggio 2012 a oggi la performance complessiva è stata decisamente modesta e pari al 7%. Ovviamente collezionando una perdita in termini reali al netto dell’inflazione degli ultimi 12 anni.
Investire sulla Francia con gli ETF azionari
A livello azionario sono disponibili sei ETF quotati sul mercato europeo e tutti tranne uno replicano l’indice Cac 40. Il prodotto più capitalizzato è quello di Amundi che, seppur a distribuzione, affonda le sue origini addirittura all’inizio del secolo. Con 3,5 miliardi di masse amministrate, l’ETF investe nei 40 titoli dell’indice francese e dal lancio a dicembre 2000 raccoglie una performance complessiva del 150% che si trasforma in un 4% annuo composto con volatilità del 22%.
Con un costo di poco superiore all’ETF obbligazionario (0,25% annuo) e la replica fisica, i settori dei beni voluttuari e degli industriali la fanno da padrona con un peso percentuale del 25% a testa. Tra i titoli che occupano i primi 10 posti (il 60% dell’intero portafoglio), LVMH e Total Energies rispettivamente con l’11% e il 9%, seguito da Schneider Electric al 6%.
Prendendo a prestito le indicazioni di MSCI scopriamo che la Borsa francese ha un rapporto prezzo utili di 17 con un rapporto prezzo valore di libro di 2. Dopo aver toccato i massimi storici nel corso del 2024, la Borsa di Parigi ha innescato la retromarcia e non appare assolutamente improbabile un proseguimento della debolezza fino al raggiungimento di importanti livelli di supporto.
Come spesso accade in Borsa una crisi potrebbe diventare un’opportunità di acquistare a sconto uno dei mercati europei e mondiali più importanti. Sulla Francia e quindi anche ulle sue obbligazioni e azioni, stiamo assistendo proprio ad una di queste interessanti finestre temporali.