L’occasione è arrivata, in punta di piedi, ignorata dalla maggior parte dei siti specializzati, ma la azioni tecnologiche europee hanno fornito una finestra di ingresso eccellente a chi fino ad oggi era rimasto ai margini di questo settore.
Massacrato da un ribasso di quasi il 45%, l’indice Stoxx Europe 600 Technology graficamente ha fermato la sua corsa prima del minimo Covid del 2020, ma soprattutto ha colpito in pieno la up trend line che unisce i minimi crescenti degli ultimi 10 anni. Efficace più delle parole è proprio il grafico dell’ETF che replica questo indice, il Lyxor STOXX Europe 600 Technology.
Tra poco andremo a vedere insieme le caratteristiche di questo strumento, ma la vigorosa reazione dei prezzi arrivata in concomitanza con le aspettative degli operatori di politiche monetarie più morbide nel corso del 2023, ha riportato l’ETF sopra l’importante media mobile a 200 settimane. Adesso comincia il difficile, ma possiamo tranquillamente dire che una nuova ondata di ribasso sarebbe da prendere con favore per avere la possibilità di entrare su un settore troppo spesso trascurato in Europa.
Interessanti opportunità dai tecnologici europei
Gli ultimi 5 anni dell’ETF di Lyxor hanno portato in dote agli investitori oltre il 30% di performance positiva (lo stesso vale per un altro ETF che investe sullo stesso indice ma gestito da iShares con la sola differenza che iShares è replica fisica, mentre Lyxor sintetica), meno del 50% di un azionario globale e dello stellare 100% di un ETF sul Nasdaq 100. Ma come abbiamo visto la debacle innescata sugli indici europei anche dalle vicine tensioni geopolitiche potrebbe nascondere delle sacche di opportunità in ottica di lungo periodo.
L’ETF di Lyxor è attivo dal 2006 e con un costo di 0,3% all’anno riesce a mantenere un buon grado di efficienza se consideriamo che in 10 anni il differenziale di rendimento tra ETF e indice è stato negativo del 2,5%.
Se vogliamo trovare un difetto a questo ETF è prevalentemente legato alla scarsa diversificazione di società presenti nel paniere, il che spiega anche la componente geografica decisamente sbilanciata verso un paese, l’Olanda.
I Paesi Bassi rappresentano infatti il 46% dell’attuale portafoglio dell’indice seguiti dalla Germania con il 22%. La causa di questo si chiama Asml, la società leader mondiale nella progettazione e produzione di chip. La società olandese occupa il 30% del portafoglio seguita dalla società di software tedesca SAP con il 14% e poi Prosus, Infineon e Cap Gemini. Solo questo cinque società rappresentano i due terzi dell’ETF.
Chiudiamo questa analisi con due considerazioni.
La prima relativa ai valori fondamentali del settore tech attualmente più alti (come storicamente è sempre stato) rispetto all’indice generico Stoxx 600. Il rapporto prezzo utili di 20 delle azioni tecnologiche è infatti superiore al 14 dell’indice globale europeo.
La seconda è di natura relativa e vede negli ultimi 12 mesi le perdite del settore tecnologico essere superiori di tre volte rispetto all’indice generale.
Una fase di minor pressione sui tassi di interesse europei, combinata ad una distensione geopolitica, potrebbe riportare l’interesse sui settori growth in primis e sull’Europa in seconda battuta. Questo ETF di Lyxor , anche graficamente, sembra essere un’interessante opportunità in ottica di lungo periodo. Unico neo una scarsa diversificazione di società incluse nell’indice replicato.