Il nuovo KID sugli ETF, le principali novità | Investire.biz

Il nuovo KID sugli ETF, le principali novità

04 apr 2023 - 16:00

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Dal primo gennaio 2023 viene pubblicato per ogni ETF il nuovo KID. Più ricco di informazioni con qualche ambiguità. Conosciamolo insieme.

Cambia la documentazione di supporto per gli investitori di fondi e ETF. Dal primo gennaio 2023 infatti entrano in vigore le modifiche al Regolamento Emittenti (delibera n. 22551 del 21 dicembre 2022) approvate dalla Consob in attuazione della disciplina comunitaria, il cosiddetto KID (Key Information Document).

Per i fondi offerti ad investitori al dettaglio il documento sintetico contenente le informazioni chiave sui fondi comuni, Key Investor Information Document (KIID), previsto dalla disciplina di settore da oltre un decennio e prorogato per diversi anni, viene sostituito dal documento informativo unico previsto dal regolamento comunitario sui prodotti d’investimento cosiddetti preassemblati (Regolamento PRIIPs). Il Key Information Document (KID) appunto.

Il KID è un tipo di documento già adottato sui prodotti finanziario-assicurativi e per i Fia (fondi di investimento alternativi) chiusi. Adesso viene esteso anche per le altre categorie di fondi, gli Oicvm (organismi di investimento collettivo in valori mobiliari)                                .

Già oggi entrando sui siti dei vari emittenti di ETF troviamo il doppio documento. Il vecchio KIID, documento sintetico di due pagine che siamo stati abituati a leggere con sempre maggiore attenzione per comprendere rischi, performance e costi di un fondo, e il nuovo KIIDs. Il primo scomparirà a breve, il secondo rimarrà ad accompagnare l’investitore nei prossimi anni.

L’aspetto positivo è certamente quello di tentare di dare ancora più trasparenza uniformando il documento tra i vari prodotti finanziari. In questo modo l’investitore dovrebbe essere in grado di confrontare costi, performance potenziali e rischi di tutti i prodotti tra loro.

Come indica Borsa Italiana sul suo sito è un documento che deve “contenere le informazioni-chiave destinate a guidare gli investitori nell’assunzione di decisioni d’investimento consapevoli”.

 

 

Nuovo KID: cosa cambia

Diverse le novità. Prima di tutto la lunghezza del documento che diventa di tre facciate. Maggiore evidenza viene data ai rischi e agli scenari di rendimenti.

Per i rischi viene sostituito il termometro dei profili di rischio rendimento misurato sempre con numeri da 1 a 7 come nel vecchio KIID ma con un indicatore di rischio (SRI) suddiviso in 7 classi che effettua le sue analisi in base al rischio di mercato e al rischio di credito del prodotto, in modo da offrire al cliente una visione chiara.

Scompare il grafico con i rendimenti storici ma appare una tabella con diversi scenari di rendimento (almeno tre favorevole, moderata e sfavorevole) e su varie scale temporali. I dati di stress test sono determinati dagli ultimi 10 anni di performance.

Viene inserito anche il periodo raccomandato di detenzione del fondo/ETF da parte dell’investitore.

Se la prima parte del nuovo KID è praticamente invariata, la seconda e la terza pagina contengono altre novità. Ad esempio c’è maggiore trasparenza nei costi con l’inserimento dei costi di transazione che si vanno ad aggiungere alle commissioni di gestione.

Altra sezione che trova una migliore esplicitazione è quella su cosa succede in caso di incapacità del gestore di rimborsare i fondi e, se l’evento si verifica anche sulla banca depositaria, quali forme di tutela ha l’investitore.

In sintesi, un aggiornamento doveroso con diversi miglioramenti  apportati ma sempre con l’obiettivo di una maggiore trasparenza. Alcune perplessità desta ad esempio l’utilizzo di una scala dei rischi ambigua e simile a quella precedente che potrebbe creare un po' di confusione nella mente dell’investitore.

Il documento è comunque un supporto fondamentale per ogni investitore che vuole capire in quale mare navigherà con lo strumento che sta per acquistare, con quali costi e con quali rischi. Tre pagine fitte di parole ma scritte in maniera tutto sommato comprensibile visto che lo scopo della normativa è proprio quello di creare un documento che deve essere informativo, imparziale e non fuorviante, in modo che l’investitore sia in grado di leggerlo e comprenderlo senza l’aiuto di un intermediario.

 

 

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