L’acronimo PIIGS (qui la sua storia) diventò celebre durante la crisi dell’euro come sigla utilizzata per raggruppar quelli che in quel momento risultavano i Paesi maggiormente colpiti dalla speculazione finanziaria. Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna per gli investitori internazionali rappresentavano il ventre molle dell’economia e del debito dell’Eurozona.
Il “whatever it takes” di Draghi spense una speculazione che aveva fatto decollare i tassi di interesse di questi Paesi ed affondato le borse. Da quel momento la ripresa è stata pressochè generalizzata sia nel mondo obbligazionario che azionario. Fino alla pandemia, che ha nuovamente messo in luce i limiti e soprattutto la necessità di nuovi investimenti di quest’area dell’Europa.
Il piano Next Generation EU destina una fetta molto importante delle risorse al Sud Europa. Come si vede dal grafico creato da Morgan Stanley il Recovery Plan in percentuale sul Pil 2020 vede l’Italia, la Grecia e il Portogallo come principali beneficiari di un progetto europeo che promette di rilanciare l’economia dopo la pandemia.
Negli ultimi 12 mesi le borse dei quattro Paesi hanno avuto un andamento rialzista ma non uniforme. Rispetto allo Stoxx600 che ha guadagnato il 25%, il miglior mercato è risultato quello di Atene seguito dal FTSE Mib italiano (qui le quotazioni). Rispettivamente +36% e +32%. Un pò peggio rispetto all’indice generico la Spagna (+20%). (dati al 10 giugno 2021).
L’investitore italiano ha la possibilità di puntare su almeno tre di queste economie (escluso infatti il Portogallo) tramite ETF. Curiosamente per l’Italia non è possibile investire in un indice MSCI generalista ma solo sul FTSE Mib (ETF di Lyxor con ISIN FR0010010827) o in alternativa con ETF Pir. Per Grecia e Spagna il più diversificato (ma neanche tanto come vedremo tra poco) indice MSCI è replicabile con ETF di Lyxor per la Grecia (ISIN FR0010405431) e di Amundi per la Spagna (ISIN FR0010655746).
Altrettanto curiosa la composizione dell’indice che replica la borsa di Atene, indice MSCI Greece IMI + Coca-Cola 20-35 Net Total Return e che comprende 25 delle maggiori società blue chip quotate sulla Borsa di Atene. Coca Cola Hellenic fa un quarto della capitalizzazione di borsa seguita da Hellenic Telecom per il 13%. L’ETF è a replica sintetica.
Problema di diversificazione che esiste anche per l’ETF di Amundi che investe in Spagna. Appena 18 i titoli in portafoglio con Iberdrola che occupa il 20% del portafoglio seguito da Banco Santander al 16%. A questo si aggiunge anche una capitalizzazione modesta inferiore ai 100 milioni di euro.
Esiste anche la possibilità di “bilanciare” l’investimento con un ETF di Amundi che replica l'indice FTSE MTS Lowest-Rated Eurozone Government Bond Investment Grade, ovvero obbligazioni emesse dai governi dell'eurozona con uno o più rating creditizi inferiori al livello massimo ma con almeno due rating investment grade da tre delle principali agenzie di rating. Spagna, Italia e Portogallo fanno il 70% del portafoglio.
Pur con alcuni limiti rinvenibili nei prodotti discussi poco fa (eccessiva concentrazione e scarsa liquidità), non è escluso che nei prossimi anni sia proprio il Sud Europa quella parte del Vecchio Continente a restituire ottimismo ad una zona geografica del mondo sempre più vecchia e alla ricerca di nuove e soprattutto innovative prospettive dopo il dramma della pandemia. Gli strumenti a disposizione dell’investitore ci sono.