L'andamento dei prezzi del cacao nel mercato delle materie prime di Londra è opposto a quello nel mercato di New York. I futures sulla commodity agricola alla Borsa americana sono aumentati fortemente negli ultimi tempi superando la scorsa settimana quota 10.000 dollari. Viceversa nella piazza londinese i prezzi sono scesi violando al ribasso i 6.400 dollari. Dal principio del mese scorso, i contratti a New York sono scesi del 3%, complice il sell-off degli ultimi giorni, mentre il calo a Londra è di circa il 16% nello stesso periodo. Cosa spiega questa rara divergenza?
Per trovare la risposta bisogna partire da quanto accaduto all'inizio dell'anno, allorché la raccolta di fave di cacao in Ghana e Costa d'Avorio - che insieme rappresentano due terzi della produzione mondiale - è stata decimata dalle pessime condizioni climatiche e dalle malattie nelle piantagioni. Di conseguenza, i prezzi sono aumentati e gli hedge fund che hanno accumulato posizioni long sul mercato. La carenza globale e i prezzi elevati però hanno innescato una corsa tra i trasformatori di fave ad accaparrarsi i fagioli di qualità più elevata, scartando le varietà più vecchie e di scarso livello.
Il fatto è che
i magazzini di Londra sono pieni di chicchi di questo secondo tipo, rimasti lì nonostante le scorte complessive si siano ridotte ai minimi del 2021. Secondo i dati elaborati dall'
ICE, alla fine di agosto più di un quarto delle 54.650 tonnellate di fave di cacao conservate nei magazzini britannici aveva più di tre anni di vita. Di questa quantità,
quasi l'80% proveniva dalle coltivazioni camerunensi, considerate di gran lunga quelle di più bassa qualità per la produzione di cioccolato. A New York invece gli stock erano costituiti in larga maggioranza da fave di cacao di qualità migliore e infatti le scorte nei magazzini sono piombate ai minimi del 2009.
La differenza di richieste nei due mercati ha determinato giocoforza una divergenza di prezzo. "Chiunque vuole ricevere la consegna — cioè non è uno speculatore — ha un'alta probabilità di ricevere cacao vecchio e di scarsa qualità da Londra. E potrebbe voler evitare questo se è un produttore di cioccolato", ha affermato Oran van Dort, analista per le materie prime presso Rabobank. "La conseguenza è che c'è meno domanda per il prodotto londinese, facendo scendere i prezzi".
Cacao: una via di fuga per Londra
La Borsa di Londra ora deve quindi affrontare il problema di come smaltire le tonnellate di cacao di fascia bassa, soprattutto di quello proveniente dal Camerun. Secondo gli esperti del settore, una speranza potrebbe venire dal fatto che via via che il prezzo della materia prima sale e aumentano i costi di input per i produttori di cioccolato, questi potrebbero optare per rifornirsi di una qualità di cacao inferiore. Secondo Oran, le aziende possono prendere questa strada in alternativa ad altre due opzioni: ridurre le dimensioni delle barrette di cioccolato o aggiungere più altri ingredienti tipo frutta e noci.
A giudizio di Pamela Thornton, una veterana nel commercio del cacao e fondatrice di
Wow Cacao, le aziende più grandi possono aggiungere una piccola quantità del prodotto camerunense più economico in una miscela. Mentre le aziende più piccole hanno più flessibilità per ridurre i costi. "Questo cambierà il gusto, ma ad essere onesti, con il cioccolato al latte, nel momento in cui aggiungi lo zucchero e il latte, puoi quasi farla franca con qualsiasi cosa", ha aggiunto.