L'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA) ha dichiarato che prevede che l'aumento della produzione globale di petrolio guidata dagli Stati Uniti supererà la crescita della domanda da qui alla fine del decennio, spingendo la capacità inutilizzata a livelli senza precedenti e mettendo potenzialmente in crisi la gestione del mercato da parte dell'OPEC+.
Le previsioni hanno suscitato un severo monito per le big oil da parte del direttore esecutivo dell'AIE, Fatih Birol, che ha suggerito alle maggiori major energetiche del mondo di allineare le proprie strategie commerciali ai cambiamenti in atto.
Cosa dice il report IEA Oil 2024
Nel suo ultimo rapporto di mercato a medio termine, intitolato Oil 2024, l'ente di controllo energetico globale ha affermato che la crescita della domanda di petrolio è destinata a rallentare prima di raggiungere il picco di quasi 106 milioni di barili al giorno entro il 2030. Si tratta di un aumento rispetto a poco più di 102 milioni di barili al giorno nel 2023.
Allo stesso tempo, l'IEA prevede che la capacità di produzione totale di petrolio salirà a quasi 114 milioni di barili al giorno entro il 2030, ben 8 milioni di barili al giorno in più rispetto alla domanda globale prevista. L'Agenzia ha affermato che ciò comporterebbe livelli di capacità inutilizzata mai visti prima, se non al culmine dei lockdown attuati durante la pandemia di Covid-19.
L'AIE ha avvertito che queste dinamiche potrebbero avere "conseguenze significative" per i mercati petroliferi, anche per l'industria dello scisto statunitense e per le economie produttrici dell'OPEC e non solo.
"Mentre la ripresa della pandemia perde vigore, la transizione verso l'energia pulita avanza e la struttura dell'economia cinese si modifica, la crescita della domanda globale di petrolio sta rallentando ed è destinata a raggiungere il suo picco entro il 2030", ha dichiarato Birol.
"Le proiezioni di questo rapporto, basate sui dati più recenti, mostrano l'emergere di un'importante eccedenza di offerta nel corso del decennio, il che suggerisce alle compagnie petrolifere di assicurarsi che le loro strategie e i loro piani aziendali siano preparati ai cambiamenti in atto", ha aggiunto Birol.
Le indicazioni del rapporto arrivano mentre i Paesi cercano di abbandonare i combustibili fossili, con uno slancio verso le tecnologie pulite e di risparmio energetico. La combustione di combustibili fossili come carbone, petrolio e gas è il principale responsabile della crisi climatica. Secondo l'IEA, la quota dei combustibili fossili nell'approvvigionamento energetico globale è rimasta intorno all'80% per decenni, anche se si prevede che scenderà a circa il 73% entro il 2030.
Economie avanzate: domanda in ulteriore calo
Nonostante il previsto rallentamento della crescita della domanda di petrolio, l'AIE ha osservato che, in assenza di misure politiche più incisive o di cambiamenti comportamentali, si prevede che nel 2030 la domanda di greggio sarà ancora superiore di circa 3,2 milioni di barili al giorno rispetto al 2023.
Secondo l'AIE, questa crescita è in gran parte guidata dalla robusta domanda delle economie asiatiche in rapida crescita e dai settori dell'aviazione e petrolchimico. Nelle economie avanzate, tuttavia, l'Agenzia afferma che la domanda di petrolio è destinata a scendere sotto i 43 milioni di barili al giorno entro il 2030, rispetto ai quasi 46 milioni di barili al giorno dello scorso anno.