Secondo Bloomberg, ieri è stata scambiata una raffica di opzioni sul greggio che pagano se i prezzi del petrolio salgono a 100 dollari al barile, segno che alcuni operatori stanno cercando di coprirsi dal rischio di interruzioni delle forniture in Medio Oriente. Vediamo i dettagli e come operare.
Prezzo petrolio: cosa dicono le mosse su opzioni WTI e Brent
Alle 11:20 di ieri (ora di New York) sono stati scambiati quasi 27 milioni di barili di "call" a 100 dollari sul Brent scadenza dicembre e più di 7 milioni di barili di call sul greggio statunitense (WTI) con medesima scadenza, riporta Bloomberg.
I flussi sono stati probabilmente un mix di acquisti e vendite, hanno riferito gli addetti ai lavori. Mentre alcuni operatori cercavano di proteggersi da un'impennata del prezzo del petrolio a breve termine, altri avevano venduto opzioni "call" nelle ultime settimane e dovevano coprire tali posizioni.
L'aumento dell'interesse per le opzioni rialziste ha fatto impennare il valore di questi contratti. Il valore delle call a 100 dollari su WTI e Brent, ad esempio, è ai massimi da metà agosto. Mentre alcuni dei contratti sono stati negoziati direttamente, altri erano spread che prevedono l'acquisto simultaneo di call da 100 dollari e la vendita di contratti correlati, come le call da 120 dollari, che limitano l'eventuale profitto di un rally.
Tuttavia, i trader avvertono che il posizionamento rialzista nelle opzioni nasconde un mercato che quasi certamente dovrà affrontare un eccesso di offerta nei prossimi mesi, con una crescita della domanda incerta e una produzione da parte dei membri dell'OPEC+ e non solo, destinata ad aumentare presto. In questo contesto, vediamo ora il quadro grafico del petrolio WTI e come operare secondo l’analisi tecnica.
Materie prime, petrolio WTI: analisi tecnica e strategie operative
I prezzi del petrolio WTI rimangono all’interno del trend ribassista in atto da luglio, nonostante il recupero messo a segno dall’11 settembre scorso. I prezzi al momento stazionano sopra al livello orizzontale a 70,20 dollari al barile, mostrando però debolezza.
La difesa di questo sostegno potrebbe permettere un ulteriore allungo dapprima verso la linea di tendenza discendente che collega i massimi segnati tra luglio e agosto, ora transitante a 73 dollari al barile, e successivamente sulla resistenza statica a 77,80 dollari.
Tuttavia, per quanto riguarda la stagionalità - analizzata con la piattaforma Forecaster - gli archi temporali selezionati mostrano una fase discendente a partire dalla fine della prima decade di ottobre che potrebbe estendersi indicativamente fino alla terza settimana di dicembre, prima di una nuova possibile ripartenza al rialzo.
A livello operativo quindi, si potrebbero valutare strategie "long" nel caso di segnali di forza sui vicini supporti: il primo è in area 67 dollari e il secondo a 64 dollari, minimi segnati lo scorso mese. Eventuali posizioni in acquisto avrebbero come primo obiettivo di profitto area 70,20 dollari, mentre un target più ambizioso in zona 73 dollari al barile.
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