Platino: carenza chip penalizza le quotazioni, ecco perché | Investire.biz

Platino: carenza chip penalizza le quotazioni, ecco perché

20 set 2021 - 07:15

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Il metallo è reduce da 5 mesi di continue vendite. Vediamo insieme tutte le ragioni perché la crisi dei semiconduttori pesa sulle quotazioni

Il platino continua a perdere posizioni nel mercato delle materie prime raggiungendo il livello più basso da novembre 2020. Oggi il metallo prezioso quota intorno a 950 dollari l'oncia, molto lontano dal picco di febbraio quando era arrivato a una valutazione di 1.236 dollari. Da diversi mesi gli investitori stanno vendendo sul mercato complice la crisi dei semiconduttori.

Il platino infatti è molto utilizzato dalle case automobilistiche nei catalizzatori per le marmitte, di conseguenza la scarsità dell'offerta dei chip ha fatto interrompere la produzione di auto e quindi ridotto la domanda generale di catalizzatori. Nel 2021 si conta un'offerta superiore del 4,5% rispetto alla domanda.

 

Materie prime: vendite anche sul palladio

Il palladio ha subito la stessa sorte del platino. Infatti dai massimi di aprile di 3.014 dollari ha perso circa 1.000 dollari, arrivando a un livello che non conosceva da luglio dello scorso anno. Il metallo è utilizzato nell'industria automobilistica come purificatore delle emissioni e per migliorare le performance delle auto a combustione, ma in verità tra i 2 metalli esiste qualche differenza.

Innanzitutto, il platino rappresenta una quota di domanda di catalizzatori del 35%, mentre il palladio arriva all'85%. In secondo luogo i gioielli vengono prodotti utilizzando per il 25% platino e solo per l'1% palladio. In questo la Cina ha un'influenza particolare, in quanto da Pechino proviene oltre il 50% della domanda di gioielli in platino e poco più del 10% di quella dello stesso metallo per catalizzatori di auto.

 

UBS: platino tornerà sopra i 1.000 dollari

UBS per i prossimi 12 mesi ha abbassato le stime sul platino, portandole da 1.100 a 1.000 dollari l'oncia. Tuttavia, i prezzi cresceranno secondo la banca svizzera. Le ragioni sarebbero fondamentalmente 3. In primis la crisi dei semiconduttori con il tempo tenderà a rallentare e quindi la domanda di catalizzatori per auto sarà destinata a riprendersi.

In secondo luogo il mercato sarà incline a riequilibrarsi nella richiesta di palladio e platino per il settore, in questo momento sbilanciata a favore del palladio. Infine la Cina aumenterà la domanda di gioielli, come già si è visto da qualche segnale di inzio anno, in cui si è registrata una crescita dell'import cinese.

Ciò nonostante, UBS predica prudenza in quanto ancora la carenza di semiconduttori esercita un peso notevole sui fondamentali e non si sa quanto potrà durare. Occorre ricordare al riguardo che all'inizio di settembre General Motors ha annunciato un taglio alla produzione in più della metà dei suoi 15 stabilimenti in Nord America.

In precedenza Ford ha fatto sapere che ridurrà la produzione dei camion, riportando un crollo delle vendite ad agosto negli Stati Uniti del 33%. Mentre il mese scorso Toyota ha diffuso la notizia che la produzione di veicoli in Giappone e Nord America sarà del 40% in meno nei mesi di settembre e ottobre. Alla luce di tutto questo, il consiglio degli esperti della banca è di quello adottare strumenti di copertura contro ulteriori discese del platino e di incrementare le posizioni di acquisto sulle correzioni.

 

 

 

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