Quello del debito USA è un problema che si trascina da molti anni e di fronte al quale sembra sempre più difficile trovare una soluzione. I governi che si sono succeduti, sia quelli sostenuti da un Congresso repubblicano che quelli appoggiati dai democratici, hanno fatto fatica a contenere la spesa pubblica, permettendo in questo modo al deficit di allargarsi.
Con la nuova amministrazione USA, la situazione rischia di peggiorare, secondo gli osservatori finanziari. Stando al programma di governo del presidente
Donald Trump, che prevede il taglio delle tasse alle società e l'estensione delle agevolazioni fiscali ai privati, il debito sarebbe destinato a crescere.
Anche perché nei piani del leader repubblicano non c'è un taglio della spesa governativa tale da compensare l'espansionismo fiscale. I piani di Trump prevedono che il recupero delle minori tasse dovrebbe venire dalla politica dei dazi commerciali sulle importazioni.
Al momento sono state introdotte tariffe generalizzate del 10% verso la Cina e del 25% relativamente ad acciaio e alluminio (in vigore dal 12 marzo) per tutti i Paesi. Mentre dazi del 25% su tutti i prodotti provenienti da Canada e Messico sono stati congelati per 30 giorni a partire da inizio febbraio in attesa di trovare un accordo su diverse questioni.
Sarà da vedere quale effettivamente sarà l'impatto dei dazi sul bilancio pubblico. Ad ogni modo, le preoccupazioni sul debito rimangono e periodicamente negli Stati Uniti si presenta il problema dello shutdown.
Si tratta di una procedura secondo la quale le attività amministrative non essenziali dello Stato subiscono un arresto se entro una certa data il Congresso non approva i piani di spesa dell'esecutivo.
Debito USA: ecco come è ripartito
L'entità di un debito pubblico può avere effetti dannosi sul mercato, in funzione di chi ne è in possesso. Quanto più i titoli di Stato sono in mano a investitori stranieri, tanto maggiore è il rischio che i buoni del Tesoro siano oggetto di speculazione e turbolenze. Quindi, non è solo importante l'entità di un debito, ma anche la sua ripartizione.
Secondo i dati rilasciati dal Tesoro USA, alla fine di novembre 2024, l'indebitamento del Paese ammontava a 35.000 miliardi di dollari. Di questa cifra:
- 19.700 miliardi di dollari sono in mano a investitori e altri detentori statunitensi;
- 8.700 miliardi di dollari sono posseduti da investitori stranieri;
- 4.700 miliardi di dollari fanno parte degli investimenti della Federal Reserve;
- 2.400 miliardi di dollari sono rappresentati da titoli detenuti dalla Previdenza sociale e da altre agenzie statunitensi.
Ciò che interessa particolarmente, però, è quali sono i Paesi - quindi gli investitori stranieri - che maggiormente hanno acquistato il debito USA. Il Tesoro degli Stati Uniti precisa che i dati sulla proprietà estera sono sulla base dei depositari con sede in USA e potrebbero non fornire un resoconto puntuale in quanto i titoli detenuti nei conti di custodia non necessariamente sono attribuiti ai proprietari effettivi.
Ad ogni modo, considerando le informazioni in possesso, a fine novembre dello scorso anno, il Giappone è il Paese con una detenzione maggiore di titoli di Stato americani con 1.099 miliardi di dollari, seguito dalla Cina che ha in detenzione 768,6 miliardi di dollari. Completa il podio la Gran Bretagna con 765,6 miliardi di dollari. Di seguito ecco la classifica totale:
- Giappone - 1.099 miliardi di dollari
- Cina - 768,6 miliardi di dollari
- Gran Bretagna - 765,6 miliardi di dollari
- Lussemburgo - 424,5 miliardi di dollari
- Isole Cayman - 397 miliardi di dollari
- Canada - 374,4 miliardi di dollari
- Belgio - 361,3 miliardi di dollari
- Irlanda - 338,1 miliardi di dollari
- Francia - 332,5 miliardi di dollari
- Svizzera - 300,6 miliardi di dollari
- Taiwan - 286,9 miliardi di dollari
- Singapore - 257,7 miliardi di dollari
- Hong Kong - 255,7 miliardi di dollari
- India - 234 miliardi di dollari
- Brasile - 229 miliardi di dollari
- Norvegia - 159 miliardi di dollari
- Arabia Saudita - 135,6 miliardi di dollari
- Corea del Sud - 127,8 miliardi di dollari
- Messico - 100,8 miliardi di dollari
- Germania - 97,7 miliardi di dollari
- Resto del mondo - 1,589 miliardi di dollari