Il boom delle opzioni zero-day a Wall Street è destinato a continuare. Lo rivela un sondaggio realizzato da Bloomberg dal 29 aprile al 3 maggio che ha coinvolto 300 operatori di mercato. Quasi il 90% degli intervistati si è dichiarato convinto che la crescita sia destinata a proseguire.
Le opzioni zero-day sono una particolare categoria di opzioni che hanno scadenza entro le 24 ore. I contratti hanno conosciuto una grande popolarità nel 2022 perché le incertezze legate all'economia e alle politiche monetarie delle Banche centrali hanno innescato volatilità a Wall Street.
Secondo i dati raccolti da Bloomberg, lo scorso anno
il 45% del volume totale delle opzioni per lo S&P 500 è stato rappresentato dalle zero-day. Una quota, questa, doppia rispetto a quella dell'anno precedente. Nel mese di aprile, invece, il valore nozionale di questi derivati ha raggiunto la soglia degli 862 miliardi di dollari.
Wall Street: quali rischi dalle opzioni zero-day
Attualmente, le opzioni zero-day sono disponibili per i principali indici americani e per gli ETF, ma si fa sempre più strada la possibilità di estenderli ai singoli titoli. Di conseguenza, l'accesso a tali strumenti potrebbe assumere proporzioni ben più importanti, aumentando il rischio di mercato. In teoria, i derivati dovrebbero essere utilizzati come una forma di copertura nelle fasi di mercato molto volatili; in realtà, sono sempre più adoperati come leva speculativa incrementando a loro volta la volatilità.
Nel sondaggio, alla precisa richiesta su come i trader considerassero le opzioni zero-day, non sono pochi quelli che hanno usato termini come "gioco d'azzardo", "slot machine" o addirittura "bombe atomiche". Tali accezioni negative si inquadrano in un contesto nel quale gli operatori retail finirebbero per trasferire ricchezze a Borsa e market maker. "Gli exchange stanno facendo soldi con le opzioni giornaliere. Come avete visto, il volume è aumentato perché sempre più persone vi hanno accesso", ha dichiarato Phil Pecsok, Chief investment officer di Anacapa Advisors.
Questa ondata di trading, quindi, ora rischia di creare
pericoli seri sulle quotazioni azionarie a Wall Street. Secondo un rapporto dello scorso anno di Marko Kolanovic, strategist di JP Morgan Chase, il rischio è che un grande movimento azionario costringa i trader delle opzioni zero-day ad acquistare o vendere il sottostante per mantenere una posizione neutrale, liquidando una grande quantità delle proprie posizioni e "accelerando qualsiasi sell-off". In altri termini, se dovesse scoppiare una minaccia che inneschi una serie di vendite alla Borsa americana, le operazioni forzate dei trader delle opzioni finirebbero per incrementare tali vendite generando un ulteriore crollo delle quotazioni. "La loro popolarità rischia di riproporre disastri del passato come l'episodio di
Volmageddon del 2018", una famosa esplosione che ha infranto una lunga calma nelle azioni statunitensi facendo schizzare la volatilità di venti punti base, ha affermato Kolanovic riferendosi al potenziale effetto sismico delle opzioni zero-day.
Su questo punto, gli intervistati del sondaggio si ritengono in maggioranza moderatamente preoccupati. Infatti, il 41% ha affermato di essere "solo un po' preoccupato" dalle opzioni zero-day, il 34% di "non esserlo affatto" e il 25% si è definito "molto preoccupato".