L'intelligenza artificiale sarà il principale motore dei mercati azionari nei prossimi 10 anni. A sostenerlo è l'ex Amministratore delegato di Cisco e fondatore e attuale CEO di JC2 Ventures, John Chambers. Il top manager riporta che nel corso del primo trimestre negli Stati Uniti il 38% del capitale di rischio è stato allocato in azioni legate alla nuova tecnologia e ora si aspetta che la cifra superi il 50%. Questo implica, a suo avviso, che non solo l'AI (Artificial Intelligence) determinerà vincitori e perdenti nel settore tecnologico, ma anche che chi investe in questa tecnologia otterrà rendimenti che saranno circa il triplo di quelli realizzati in altri campi.
"L'intelligenza artificiale è la ragione per cui il mercato azionario si è mosso così decisamente negli ultimi 12 mesi. Le azioni europee e britanniche sono state più lente, anche se hanno ottenuto risultati positivi negli ultimi sei mesi", ha detto Chambers. "Penso che l'intelligenza artificiale sarà come Internet, tranne per il fatto che è da tre a cinque volte più potente. Cambierà le nostre vite in profondità".
Intelligenza artificiale: può davvero sostituire l'uomo?
Che l'intelligenza artificiale ormai sia la tecnologia del futuro in grado di determinare il destino delle aziende è opinione diffusa. Per questa ragione le società operanti in vari settori stanno aumentando il budget per investire nei modelli AI al fine di migliorare il business e incrementare le entrate.
Sorgono però delle preoccupazioni relativamente all'eliminazione dei posti di lavoro che lo sviluppo dell'AI comporta. Maurice Lévy, presidente di Publicis, ha affermato che effettivamente l'intelligenza artificiale richiederà una minore presenza fisica in alcuni casi, ma allo stesso tempo genererà più ruoli a valore aggiunto. "Non ci aspettiamo di vedere un netto negativo, ma positivo. E le aziende che adotteranno l'intelligenza artificiale, prima lo faranno, più cresceranno e più creeranno posti di lavoro con un grande valore aggiunto", ha detto.
Il dubbio che rimane è se davvero l'AI sarà in grado nel lungo termine di sostituirsi completamente all'uomo. Su questo aspetto una frenata arriva dal capo del reparto AI di Meta Platforms, Yann LeCun, che gestisce un team di circa 500 persone presso il laboratorio Fundamental AI Research (Fair) del colosso tecnologico statunitense. A suo giudizio, i modelli linguistici che alimentano i prodotti di intelligenza artificiale generativa non potranno mai raggiungere la capacità di ragionamento e pianificazione degli esseri umani. Il motivo è che "hanno una comprensione molto limitata della logica, non capiscono il mondo fisico, non hanno memoria persistente, non riescono a ragionare in alcuna definizione ragionevole del termine e non sanno pianificare gerarchicamente".
In un certo senso, i commenti dell'esperto di Meta potrebbero suonare come allarmanti alla luce del fatto che il mese scorso l'Amministratore delegato dell'azienda,
Mark Zuckerberg, ha affermato di voler trasformare il gruppo nella principale società AI al mondo. Questo è bastato per
far perdere alle azioni Meta quasi 200 miliardi di dollari in Borsa, perché gli investitori si sono spaventati per l'aumento considerevole dei costi senza un ritorno immediato in termini di entrate.