Attualmente, l’S&P 500 risulta sottovalutato del 16%, un dato che non si vedeva nemmeno all'inizio del 2024 (anno chiuso con un +33%). Questo dato già da solo significa che il mercato azionario americano è in una fase in cui ha una valutazione inferiore rispetto ai suoi fondamentali.
Le aziende dell’S&P 500 infatti stanno generando profitti record, con utili che superano i 2 trilioni di dollari, un livello mai raggiunto prima. Questo ci dice che, nonostante l’incertezza politica ed economica, il sistema produttivo americano è in piena salute.
Il 2025 è iniziato male per via dell'insediamento di Trump alla Casa Bianca e delle sue politiche di tagli e di dazi, giusto per citarne alcune, a dir poco controverse e fonte di nervosismo per i mercati. C'è però un fattore chiave che potrebbe cambiare tutto: il prezzo del petrolio. Se il petrolio dovesse crollare, ci sarebbero ripercussioni immediate sull’inflazione e a catena sui mercati. Ma andiamo con ordine.
Petrolio, inflazione e tassi di interesse: la combinazione esplosiva per i mercati
Analizzando i dati storici, emerge una correlazione chiara: quando il prezzo del petrolio scende, l’inflazione cala di conseguenza.
L’attuale livello dei tassi di interesse fissato dalla Federal Reserve è piuttosto elevato, pari al 4,25-4,5%, un valore decisamente superiore alla media degli ultimi dieci anni. Se l’inflazione dovesse scendere a causa di un calo del prezzo del petrolio, la Federal Reserve sarebbe costretta ad abbassare i tassi di interesse per stimolare l’economia e far risollevare un po' i prezzi (ricordiamo che l'obiettivo delle banche centrali è tenere l'inflazione appena sotto al 2%, non certo a 0).
E cosa succede quando i tassi scendono? L’accesso al credito diventa più facile, le aziende possono investire di più, e i mercati azionari tendono a esplodere al rialzo, figuriamoci il caso di oggi, in cui questo rialzo verrebbe ulteriormente alimentato dal fatto che i profitti delle aziende sono concreti ed elevatissimi, fornendo una solida base.
Se davvero questo scenario si verificasse, potremmo assistere a un rally storico sui mercati finanziari, con rialzi ancora più marcati rispetto a quelli che abbiamo visto negli ultimi anni.
Fonte: tradingeconomics.com
Il ruolo di Trump: strategia o caos?
L’atteggiamento di Trump viene spesso visto come caotico e imprevedibile, ma se analizziamo le sue mosse con attenzione senza lasciarci distrarre dal suo ego e i suoi modi, emerge un quadro più strutturato. Trump sta cercando di sistemare due aspetti dell’economia americana:
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Nel breve termine, il suo obiettivo è rafforzare l’economia interna, proteggendola con politiche di dazi e sostegno alle imprese locali.
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Nel lungo termine, sta cercando di riequilibrare i rapporti di forza globali, negoziando accordi commerciali che favoriscano gli Stati Uniti.
Molti investitori temono le sue mosse, ma se osserviamo i dati, Trump potrebbe trovarsi fra le mani uno dei più grandi rialzi di mercato della storia.
Introduciamo il concetto di stagionalità e qui sotto, oltre che ovviamente nella pagina dedicata a quella del petrolio su Forecaster, trovate quella appunto del "crude oil". Cosa ci dice? Ci dice che da ora ai prossimi mesi storicamente il petrolio sale ma attenzione, la correlazione con il passato quest'anno è del 10-11%, cioè praticamente sta facendo il contrario. Ecco un segnale che potrebbe scendere.
Fonte: Forecaster.biz
Il mercato ha già toccato il fondo?
Un altro aspetto da considerare è il timing. Quando arriverà il bottom, ovvero il punto più basso del mercato prima della risalita? Stando ai grafici della stagionalità, visibili nella pagina dedicata all'S&P 500 sul Forecaster, potremmo essere molto vicini al punto di svolta.
Se osserviamo la stagionalità, notiamo un pattern interessante:
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Da metà marzo a inizio giugno, l’S&P 500 è salito nel 71% dei casi negli ultimi 7 anni, con un rendimento medio dell’8,3%.
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Estendendo l’analisi fino ad agosto, la probabilità di rialzo aumenta all’85% negli ultimi 7 anni, con un rendimento medio tra l’11% e il 13%.
Guardando il grafico dell’S&P 500, vediamo che c’è stato un minimo molto recente, intorno a metà marzo. Se il pattern stagionale si conferma, potremmo aver già toccato il fondo o esserci molto vicini.
Fonte: Forecaster.biz
Conclusione: un’opportunità storica per i mercati?
Oggi, la paura sui mercati è legata agli atteggiamenti di Trump e all’incertezza politica. Ma se analizziamo i dati con lucidità, vediamo che ci sono tutti gli ingredienti necessari ad una fase di rialzo molto forte nei prossimi mesi.
I grandi investitori che oggi sembrano in difficoltà, come Elon Musk e Jeff Bezos, non solo recupereranno, ma lo faranno con gli interessi.
La chiave di tutto sarà monitorare il prezzo del petrolio e i tassi di interesse. Se il petrolio scende e la Federal Reserve abbassa i tassi, visto lo stato di salute dei bilanci potremmo assistere a un boom dei mercati finanziari senza precedenti.
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