L'indice S&P 500 potrebbe crollare fino a 3.400 punti se dovessero aumentare le probabilità di una recessione negli Stati Uniti, secondo gli strateghi di Goldman Sachs. In una nota, gli esperti della banca americana hanno previsto una probabilità che l'economia americana si contragga nei prossimi 12 mesi del 25%, ma i rischi che la situazione peggiori rimangono.
In un contesto in cui si aggiungono valutazioni azionarie elevate e aspettative eccessivamente ottimistiche che sono state scontate, gli strategist preferiscono coprirsi con le opzioni. "Preferiamo mantenere l'esposizione al rialzo all'azionario mentre utilizziamo il mercato delle opzioni per coprire il potenziale ribasso del 23% in uno scenario di recessione", hanno scritto.
A livello strategico, il team di Goldman propone un collar spread put sull'S&P 500 come copertura del portafoglio azionario. La strategia consiste nell'acquisto di un'opzione put e nella contemporanea vendita di una call. In questo modo, si compenserebbe il premio pagato per la put per coprirsi dal rischio di ribasso dei prezzi con il premio incassato dalla vendita della call.
Lo scenario di base di Goldman Sachs è comunque quello che il principale indice americano salga a 4.500 punti entro la fine del 2023. Tuttavia, David J. Costin, stratega della banca, a febbraio aveva detto che, a causa del calo previsto degli utili delle società USA, le azioni europee e asiatiche sarebbero state da preferire rispetto a quelle americane.
Gli investitori però si sono concentrati su altri parametri nelle loro scelte di portafoglio, relativi al rallentamento dell'aggressività della
Federal Reserve sui tassi d'interesse e al
boom dell'intelligenza artificiale che hanno spinto le azioni tecnologiche a Wall Street.
Recessione USA: segnali negativi dalla California
La recessione negli Stati Uniti temuta da Goldman Sachs tarda però ad arrivare e questo potrebbe stimolare la Fed a tornare nuovamente ad alzare i tassi d'interesse per mettere definitivamente knock-out l'inflazione. Rimane il problema che è possibile un effetto ritardato sull'economia delle strette sui tassi che, unitamente alla stretta creditizia determinata dalla crisi bancaria, potrebbe risultare più ridondante.
Qualche segnale da tenere in considerazione però sta arrivando in America e riguarda il tasso di disoccupazione. A livello nazionale la misura è ancora al 3,7%, ma in California è passata dal 3,83% dell'agosto 2022 al 4,5% di maggio 2023. Questo implica che in California la media mobile della disoccupazione è aumentata di 63 punti base rispetto al minimo dell'ultimo anno.
Secondo una ricerca dell'economista Claudia Sahm, quando la media mobile a tre mesi del tasso di disoccupazione nazionale aumenta almeno dello 0,5% rispetto al suo minimo dei 12 mesi precedenti, è in corso una recessione. La California è lo Stato più popoloso della nazione per essere considerata un caso a sé stante e questo vuol dire che gli effetti potrebbero estendersi a livello nazionale.