Le performance ottenute nell'ultimo decennio dalle azioni a Wall Street non si ripeteranno. A dirlo sono gli strategist di Goldman Sachs. A loro giudizio, nei prossimi 10 anni l'indice S&P 500 salirà in media del 3% annuo, a fronte di un +13% dell'ultimo decennio e del +11% della media di lungo periodo. Gli strategist inoltre vedono una probabilità del 33% che i rendimenti non coprano l'inflazione e del 72% che seguano i rendimenti dei titoli di Stato.
"Gli investitori dovrebbero essere preparati a rendimenti azionari nel prossimo decennio che si avvicineranno all'estremità inferiore della loro tipica distribuzione della performance", ha scritto il team di Goldman Sachs. Insomma, gli investitori "si rivolgeranno ad altri asset, comprese le obbligazioni, per ottenere rendimenti migliori", hanno sottolineato gli esperti.
Quest'anno, l'indice
S&P 500 è salito di circa 22 punti percentuali grazie al
grande apporto delle Big Tech. Questo ha portato a un'elevata concentrazione che, secondo alcuni, potrebbe essere molto pericolosa. Gli esperti della banca d'affari americana ora si aspettano però che il campo si allarghi e, anche nell'ipotesi in cui dovesse rimanere concentrato, "l'S&P 500 registrerebbe rendimenti inferiori alla media di circa il 7%", hanno detto.
Wall Street: si continua a puntare sulle Big Tech
Le considerazioni degli strategist di Goldman Sachs non trovano corrispondenza nelle scelte di portafoglio di alcuni grandi investitori di Wall Street. Tra questi vi è Carson Block, fondatore di Muddy Waters Capital e famoso al pubblico per la capacità di individuare società sopravvalutate contro cui puntare. In questo caso, Carson ha affermato che il mercato farebbe bene a comprare solamente le azioni delle più grandi società statunitensi. Queste troverebbero spinta dagli afflussi dei fondi pensione.
Il grande investitore quindi ritiene che è meglio "non pensarci troppo e acquistare le Magnifiche Sette". La sua carriera di investitore allo scoperto lo ha messo di fronte alla situazione di aver puntato contro le azioni USA, ma ha confessato che probabilmente avrebbe potuto "semplicemente essere lungo sull'S&P 500". Per il futuro prevede che "finché il mercato del lavoro è ragionevolmente forte negli Stati Uniti, non si vedranno deflussi". Pertanto, "continuerete a vedere afflussi di denaro specialmente nei nomi di maggiore peso dell'indice S&P 500", ha aggiunto.
Le grandi aziende tecnologiche sono chiamate nei prossimi giorni alla presentazione dei conti trimestrali. Domani la serie inizierà con Tesla, seguita la prossima settimana da Alphabet il 29 ottobre, Microsoft e Meta Platforms il 30 ottobre, Apple e Amazon il 31 ottobre, e infine Nvidia il 14 novembre. Secondo un sondaggio realizzato da Bloomberg tra il 14 e il 18 ottobre, per i tre quarti degli interpellati le Magnifiche Sette batteranno le aspettative degli analisti. Lo stesso sondaggio stima che l'indice S&P 500 arriverà a 6.000 punti prima della fine dell'anno.