La situazione mondiale a livello economico non sembra per niente promettere bene e le banche lo sanno. Il QE infinito iniziato dalla FED è soltanto uno degli strumenti utilizzati per sorreggere un’economia che è sull’orlo di una delle depressioni più grandi di sempre.
L’intraprendenza nel trovare degli asset sicuri su cui investire sta scivolando in un territorio pericoloso in cui il mercato azionario è quasi completamente gestito dalle Banche centrali con aziende che hanno delle quotazioni folli. L’idea che il Bitcoin possa entrare nelle riserve di una banca è ancora lontana dalla vera e propria attuazione, ma i primi passi sono già stati fatti nel 2020 e continueranno sicuramente nel 2021. Vediamo perchè
Morgan Stanley e l'esposizione indiretta su Bitcoin
Il 2021 inizia proprio con una notizia che inizialmente può sembrare innocua ma che in sottofondo descrive quello che a tutti gli effetti potrà diventare una tendenza nei prossimi mesi e anni. Morgan Stanley, nota banca d’affari con sede a New York, ha infatti presentato alla SEC un modulo in cui dichiara di possedere 792.627 azioni di MicroStrategy, una delle prime aziende ad investire su Bitcoin.
Il CEO di MicroStrategy, Micheal Saylor è uno degli idoli dei Bitcoiners, nonchè un grandissimo sostenitore del potenziale rivoluzionario di questa tecnologia. Nel solo 2020 la società di Sailor ha investito oltre 1 miliardo di dollari in Bitcoin diventando senza dubbio il faro per tutte le altre aziende in cerca di investimenti per diversificare il proprio portafoglio.
Bitcoin: aumenta l'interesse delle banche?
Morgan Stanley con questa mossa ha aumentato la posizione iniziale del 360% dal Q3 del 2020 dimostrando, indirettamente, di interessarsi a Bitcoin. La banca ora possiede quasi l’11% di MicroStrategy dando un forte segnale a tutto il resto dell’industria.
Le azioni di MicroStrategy sono fortemente correlate con il prezzo di Bitcoin e questa mossa è da intendersi come esposizione indiretta all’asset che per ora rimane lontano dal sistema bancario. Quella iniziata dalla banca statunitense può essere una mossa fondamentale dimostrando l’interesse maturato nei confronti di quello che è l’asset più performante degli ultimi anni.
Come detto in precedenza, l’esposizione è sicuramente indiretta, in quanto Bitcoin rimane un nemico del sistema finanziario tradizionale. Come Morgan Stanley anche Banca Generali negli scorsi mesi ha concluso un investimento di 14 milioni su Conio, la startup italiana che offre servizi di wallet sulla criptovaluta. La direzione in questo senso sembra molto chiara: per tutte le banche rimane lontano il giorno in cui vedremo BTC nei fondi di riserva, ma l’esposizione all’asset sta notevolmente aumentando in maniera indiretta.
CBDC e il piano per il dollaro digitale
Gli investimenti in aziende e servizi di questo genere aumenteranno considerevolmente da quest’anno in avanti, portando le banche a sperimentare sempre di più quello che a tutti gli effetti sembra essere un nemico difficile da superare.
Non sorprende infatti che l’ondata di istituzionali partita dalla seconda metà del 2020 sia arrivata fino a Wall Street, dove ora anche le banche stanno iniziando ad investire in aziende direttamente correlate con BTC. Inoltre, il 4 gennaio la OCC (Office of the Controller of the Currency) ha dato il via libera alle Banche Nazionali e Federali per gestire circuiti di pagamento basati sulla tecnologia Blockchain e le Stable coin.
Questa mossa serve per incentivare lo sviluppo del dollaro digitale e delle famose CBDC (Central Bank Digital Currency) per completare il passaggio ad una società cashless. Lo sviluppo richiederà ancora molto tempo, ma il periodo di sperimentazione è arrivato. Bitcoin, la Blockchain e le Stable coin non sono più una novità, fra non molto entreranno nella nostra quotidianità.