Dove arriverà il Bitcoin? Lo scivolone del 17% di lunedì 4 gennaio non sembra aver compromesso più di tanto la corsa della principale criptovaluta che oggi sembra marciare spedita alla ricerca del record storico di 34.800 dollari raggiunto durante l'ultimo weekend. Nella sessione di Tokyo infatti il rialzo è stato del 3,3% a oltre 32.000 dollari. (Vedi qui le quotazioni di Bitcoin in tempo reale)
Da un anno a questa parte Bitcoin ha quadruplicato il suo valore e ora il dubbio che assilla gran parte degli investitori e degli analisti è se a questa quota si rischia di andare a sbattere entrando a mercato, oppure se è meglio prendere il treno in corsa prima che sia troppo tardi.
La paura di una bolla è sempre una minaccia che incalza sullo sfondo, però ultimamente sta prendendo forma l'idea che addirittura il Bitcoin possa fungere come copertura contro la debolezza del dollaro e il pericolo dell'inflazione.
JP Morgan: Bitcoin a 146.000 dollari nel lungo periodo
Gli strateghi di JP Morgan vedono ancora un sentiero aperto per ulteriori rialzi della criptovaluta, in quanto considerata in competizione con gli investimenti in oro tramite lingotti e monete oppure fondi negoziati in Borsa. I teorici della casa d'affari americana stimano che il prezzo del Bitcoin potrebbe arrivare a 146.000 dollari, il che significa che l'attuale capitalizzazione di 575 miliardi di dollari aumenti di 4,6 volte.
Tuttavia è molto importante determinare quale sia la volatilità della criptomoneta. In altri termini necessita che essa converga con quella dell'oro in modo da stimolare gli investitori istituzionali a preferire il Bitcoin. Questo non è un processo che potrà risolversi nel giro di poche settimane, ma presumibilmente richiederà una tempistica lunga.
Alla luce di queste considerazioni, il target di prezzo suddetto potrà essere agguantato in diversi anni, quindi è escluso che un'idea del genere trovi concretezza nel 2021. Anzi gli esperti avvertono del rischio di posizioni speculative che si stanno accumulando come mostrano alcuni indicatori e che potrebbero anche spingere la principale criptovaluta a raggiungere livelli compresi tra 50.000 e 100.000 dollari quest'anno. Ma ovviamente questi livelli per il momento sarebbero insostenibili.
Bitcoin: la volatilità eccessiva precursore di una bolla?
Il volume di scambi che ha interessato il Bitcoin nel mese di dicembre 2020 è stato impressionante. Il valore medio giornaliero è stato pari a 39,1 miliardi di dollari, più di quello di Apple, Google, Amazon, Microsoft e Facebook messi insieme (37,68 miliardi di dollari). Questo cosa significa se lo si rapporta al fatto che la criptomoneta ha raggiunto il suo massimo storico?
Come la storia insegna, grandi volumi di scambio sono sempre stati indicatori chiave di estrema volatilità e preannunciano un grande movimento di prezzi. Cosa che infatti è avvenuta nel fine settimana. Ma la volatilità eccessiva indica anche che il punto limite in cui un'eventuale bolla può scoppiare, si raggiunga più in fretta.
Secondo Peter Schiff, Presidente di EuroPac, società d'investimenti specializzata in criptovalute, gli investitori non si rendono conto che siamo di fronte a un rigonfiamento di prezzi che prima o poi esploderà. Di conseguenza vede la possibilità di ottenere profitti anche elevati contando sul fatto che tale bolla diventi sempre più grande, ma tutto questo comporterà sempre un rischio molto alto di farsi male.