In questo articolo vi spiegherò perché a mio parere fare trading di breve periodo nei mercati delle criptovalute ha poco senso e perché io ritenga tempo perso tutto ciò - o quasi - che ha a che fare con l’analisi tecnica sui grafici, ad esempio, del bitcoin.
Tutti i motivi che potrei illustrarvi dilungandomi finiscono per coincidere con due questioni fondamentali che a loro volta, unite, possono essere declinate in un’unica espressione molto chiara sulla quale non credo vi siano possibilità di smentita: il mercato delle criptovalute è un mercato immaturo.
Ma facciamo un passo indietro. Le strategie di un trader hanno tutte lo scopo di ottenere un accettabile rapporto risk/reward, rapporto che deriva dalla capacità del trader stesso di sapersi avvicinare il più possibile alle reali percentuali statistiche che un evento possa verificarsi o meno. Per fare questo il trader si avvale per lo più di un potente strumento: la storia (semplificando dunque, senza scendere in tecnicismi dei quali per giunta non sarei troppo capace). È chiaro quindi dove voglio arrivare: il bitcoin nasce nel 2009, appena undici anni fa, questo significa che quel potente strumento in questa situazione finisce per essere molto meno potente, azzoppato.
Passando alla seconda questione. Qualche giorno fa ha fatto scalpore nell’ambiente una particolare notizia: sono stati mossi 50 bitcoin da un wallet dormiente creato nel 2009 che addirittura, udite udite, potrebbe essere di proprietà del mitologico Satoshi Nakamoto (il creatore del sistema bitcoin). L’indirizzo artefice dell’operazione potrebbe essere davvero il suo oppure no, non è questo che ci interessa; ciò che possiamo osservare è lo scompiglio che questa notizia ha creato nel mercato, andando a costruire una possibilità di inversione ribassista del trend di breve che si è venuto a delineare dopo il grande dump del 12 marzo. Stiamo parlando di un calo del 10% circa in 5 giorni, il ché non è neppure così importante se facciamo riferimento alle folli corse del prezzo cui abbiamo assistito in passato.
In ogni caso una notizia che non scalfiva di una virgola i fondamentali, ma capace di generare risposte del prezzo “particolari”. Manipolazione oppure no? Chissà, ciò che sappiamo per certo è però la facilità con cui può essere manipolato questo mercato, perché non è regolamentato, perché è piccolo, perché basta poco per tirar su un’operazione molto profittevole per chi la fa, a scapito naturalmente dell’inconsapevole retail trader.
Dunque:
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mancanza di dati storici;
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alta probabilità di manipolazione del mercato.
Queste le due questioni fondamentali che tradotte in un’unica espressione fanno capo a quello che dicevo prima circa l’immaturità di questo mercato emergente.
Il coraggioso trader in primo luogo non ha a disposizione “grafici profondi”, non ha uno storico degno di questo nome e non avendolo non può essere in grado di costruire strategie operative troppo affidabili. In secondo luogo dovrebbe includere nei suoi calcoli “cuscinetti vari” relativi alla possibilità che arrivi una qualunque notizia capace di spostare percentuali anche a due cifre nel breve. Il famoso “cetriolo” di guzzantiana memoria per capirci, qualcosa del genere.
Dopo queste piccole considerazioni generiche di premessa giro la domanda del titolo, a questo punto retorica, a voi: ha senso il trading di breve periodo sui mercati delle criptovalute?