Lo Yen ha toccato livelli che non si vedevano da 34 anni e questo comincia a destare qualche preoccupazione di troppo tra i membri della BoJ (Bank of Japan) che probabilmente, ancora una volta, sono stati costretti ad intervenire direttamente sul mercato valutario. Come se non bastasse, il Dollaro USA si conferma estremamente forte e questo non aiuta la valuta orientale. Domani però, con la riunione del FOMC (Federal Open Market Committee), le cose potrebbero cambiare.
Lo Yen torna indietro nel tempo di 34 anni
La valuta giapponese, lo Yen, sta perdendo valore contro il dollaro americano, annullando parte dei guadagni significativi ottenuti ieri che erano stati provocati da un sospetto intervento delle autorità giapponesi per sostenere la valuta. Attualmente, lo yen si è deprezzato dello 0,40%, scendendo a 157 yen per dollaro, distanziandosi dal minimo di 34 anni di 160,245 yen raggiunto lunedì (+7% negli ultimi due mesi), quando si presume che un intervento di acquisto da parte di Tokyo abbia provocato un rimbalzo notevole di quasi sei yen.
Nonostante le voci di mercato, le autorità giapponesi non hanno confermato il loro intervento sul mercato valutario, ma l'attenzione resta alta in vista della revisione della politica monetaria della Federal Reserve prevista per questa settimana. I dati ufficiali che potrebbero confermare l'eventuale intervento non saranno disponibili fino a fine maggio.
Gli analisti indicano che le autorità giapponesi potrebbero non avere obiettivi di cambio specifici, nonostante alcune speculazioni di mercato indicassero il livello di 160 yen per dollaro come possibile soglia per una discesa in campo. Lo yen è comunque più debole rispetto ai livelli precedenti l'annuncio di politica monetaria della BoJ della scorsa settimana, registrando anche il calo mensile più marcato da gennaio.
Con le aspettative che i rendimenti dei bond giapponesi rimangano bassi per un periodo prolungato e i tassi statunitensi ancora relativamente elevati, gli investitori prevedono che le condizioni attuali offrano ampio spazio per chi scommette contro lo yen. Garvey Padhraic, capo della ricerca per le Americhe presso ING, ha commentato che fronteggiare questa divergenza dei tassi con interventi sul mercato forex di solito non porta a buoni risultati, suggerendo che la soluzione più logica sarebbe un aumento dei tassi in Giappone.
La riunione di politica monetaria della Fed, che inizia martedì, si prevede concluderà con il mantenimento dei tassi tra il 5,25% e il 5,5%. Si anticipa inoltre un messaggio prudente dalla Fed, il che potrebbe portare a ulteriori vendite di yen, secondo Carol Kong, strategist valutaria presso la Commonwealth Bank of Australia. Kong ha anche suggerito che il Ministero delle Finanze giapponese potrebbe essere costretto a intervenire più volte per moderare l'ascesa del rapporto USD/JPY.
Mentre rimane incerta la tempistica di eventuali aumenti dei tassi da parte della BoJ, i mercati hanno ridotto le scommesse sui tagli dei tassi da parte della Fed quest'anno, in risposta a dati economici USA più caldi del previsto e a numeri persistenti sull'inflazione. Un taglio dei tassi a settembre ora appare meno probabile, con solo il 44% delle probabilità secondo lo strumento FedWatch del CME Group.
Il dollaro statunitense si è apprezzato dello 0,16% contro un paniere di valute principali, in anticipazione dell'incontro della Fed, dopo aver perso lo 0,25% nella sessione precedente. Thierry Wizman, analista di Macquarie, ha spostato la previsione sull'inizio del ciclo di allentamento della Fed al 2025, anziché a dicembre 2024, e non esclude la possibilità che la prossima mossa della possa essere un aumento dei tassi, il che potrebbe innescare un nuovo rafforzamento generalizzato del dollaro statunitense.
Quindi occhi puntati sulla riunione di domani che potrebbe cambiare le sorti non soltanto degli Stati Uniti ma anche del Giappone.
Come operare sul cambio USD/JPY in attesa della Fed
La riunione del FOMC di domani sarà cruciale per cercare quantomeno di smorzare gli entusiasmi sul Dollaro USA che al momento è la valuta più forte in circolazione. Un possibile atteggiamento "dovish" di Jerome Powell potrebbe alleggerire momentaneamente le pressioni ribassiste sullo Yen.
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Il movimento di ipotetico intervento della BoJ è palesemente visibile dal grafico orario qui in alto. Le forti candele ribassiste della scorsa notte hanno movimentato circa 100 miliardi di dollari di volumi con un'oscillazione di prezzo di oltre il 3,5%, un'anomalia significativa anche per il cambio valutario più volatile al momento.
La situazione è molto complessa e richiede un approccio molto conservativo, attendendo quante più conferme possibili dai prossimi giorni e soprattutto dalla riunione della Fed di domani.
Per poter valutare un ingresso short infatti, ascolteremo con attenzione le parole di Jerome Powell in merito alla politica monetaria della Banca Centrale americana. Qualora, nella più remota delle ipotesi, l'istituto con sede a Washington dovesse dimostrarsi "dovish", ci sarebbe spazio per una ripresa momentanea dello Yen nei confronti del Dollaro USA.
Inoltre attenderemo un ritorno in specifiche aree di prezzo (in arancio) comprese tra 157,200-157,800 yen e 158,300-159,000 yen segnalate egregiamente come vuoti volumetrici dal nostri indicatore Biz Profile offerto dal broker Trive.
Queste aree dovrebbero essere sentite particolarmente dal prezzo quantomeno per un retest delle "soglie critiche" imposte ipoteticamente dalla BoJ con il suo intervento diretto di ieri notte. L'ingresso short sarà quindi duplice in ciascuna delle due aree prima citate con uno stop loss poco sopra il livello critico di 160,2 yen e con dei target molto interessanti a 152,500 yen e 148,000 yen per dollaro.