I dati dell’inflazione europea e di quella americana sotto le stime rappresentano un driver positivo per gli investitori. In un contesto in cui l’economia internazionale sta rallentando, l’input arrivato dai dati sul costo della vita nel Vecchio Continente e negli USA porta il mercato a prezzare una politica monetaria meno stringente in tempi più veloci di quanto finora stimato.
O almeno lascia maggior libertà ai banchieri centrali di farlo. In questa direzione emblematico l’input di Goldman Sachs. Gli analisti della banca d’affari ora prevedono che la BCE effettui il primo taglio dei tassi di interesse nel secondo trimestre del 2024, in precedenza le stime erano per il terzo trimestre del prossimo anno.
Che l’economia stia iniziando a dare segnali di rallentamento lo si nota più in Europa che in America. In Italia l’ISTAT ha rivisto i dati del Pil del terzo quarto 2023 a +0,1%, ma soprattutto ha confermato la stagnazione dell’economia. L’ufficio studi Prometeia ipotizza per il quarto trimestre una lieve contrazione.
A livello generale, l’OCSE si è detta negativa sull’economia mondiale fino al 2025. I prezzi del petrolio, in discesa nonostante il taglio dell’OPEC, vanno in questa direzione. E il calo del greggio è un ulteriore boost per il mercato azionario all’interno di quell’equazione che lega il rientro dell’inflazione a tassi di interesse futuri più bassi.
Come sta la Germania?
Nella settimana che inizia oggi arriveranno indicazioni cruciali per capire lo stato di salute dell’economia tedesca e del mercato del lavoro statunitense. Per quanto riguarda la prima, lunedì sarà la volta della bilancia commerciale, mercoledì appuntamento con gli ordini alle industrie e giovedì focus sull’indice che misura la produzione industriale. La sensazione è che il peggio sia passato ma che per far ripartire la locomotiva europea occorrerà ancora attendere diversi mesi.
Sull’altra sponda dell’Atlantico, i dati relativi alle nuove buste paga nei settori non agricoli, le famigerate non-farm payrolls, sono chiamati a confermare quel rallentamento della dinamica occupazionale evidenziato dalle ultime rilevazioni. Un allentamento del mercato del lavoro rappresenta la condizione indispensabile per “smorzare” definitivamente le pressioni inflazionistiche che arrivano dalle retribuzioni.
Tra gli altri appuntamenti della settimana troviamo, domani, l’inflazione giapponese ed i PMI servizi di Cina, Zona Euro e Stati Uniti. Mercoledì sarà la volta delle vendite al dettaglio di Eurolandia, della stima ADP sulle buste paga del settore privato USA e della bilancia commerciale a stelle e strisce mentre giovedì focus sulla produzione industriale nel nostro Paese, sulla revisione del Pil europeo e sulle nuove richieste di sussidio statunitensi. Venerdì è in calendario il meeting dell’Ecofin chiamato a raggiungere un orientamento generale sulla proposta di riforma del quadro di governance economica.
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