Una sostanziale settimana di posizionamento in vista del voto in Francia. Si può riassumere così la scorsa ottava per i mercati europei. Se il DAX ha mostrato una forza relativa maggiore, FTSE Mib e CAC 40 hanno messo fine al rimbalzo della settimana precedente. Questo comportamento conferma l’attenzione verso due delle tre economie più indebitate dell’area euro.
E le elezioni hanno contraddistinto anche la settimana americana, con l’atteso dibattito in vista delle presidenziali di inizio novembre tra Joe Biden e Donald Trump che ha visto vacillare l’attuale inquilino della Casa Bianca. Il dibattito non ha avuto ripercussioni sui mercati, con il focus sempre orientato alla gestione della politica monetaria da parte della FED.
Un PCE in linea con le attese e in calo rispetto al mese precedente così come richieste di disoccupazione sopra le attese e ordinativi di beni durevoli sotto le stime hanno rinforzato le prospettive di un ribasso dei tassi da parte della FED nei prossimi mesi. Scenario non condiviso dal FMI, con il Fondo che ha invitato la Banca centrale USA a confermare gli attuali tassi almeno fino a fine 2024. Una variabile quella dei tassi che potrà incidere anche sul cambio USD/JPY, con lo Yen scivolato ai minimi degli ultimi 38 anni.
È la settimana dell’inflazione UE
Anticipata dal dato tedesco sull’andamento dei prezzi al consumo nel mese di giugno, martedì sarà la volta dell’inflazione di Eurolandia. Dopo un massimo storico al 10,6% messo a segno ad ottobre 2022, il CPI (Consumer Price Index) dei Paesi aderenti alla moneta unica ha avviato una netta fase discendente che negli ultimi mesi ha evidenziato un fisiologico rallentamento condito da qualche incertezza. Dopo il +2,6% annuo di maggio, per il dato relativo il mese di giugno è stimata una contrazione al 2,4% destinata ad avallare la riduzione dei tassi varata dalla Banca Centrale Europea nel corso dell’ultimo meeting (di cui giovedì saranno diffusi i verbali).
Ma non solo prezzi. Oltre agli indici PMI in versione definitiva delle maggiori economie mondiali, oggi è il giorno dei dati del manifatturiero mentre mercoledì sarà la volta del terziario, la prima settimana del mese è da sempre dedicata ai numeri relativi al mercato del lavoro statunitense.
Dopo l’antipasto rappresentato dalla stima ADP e dalle nuove richieste di sussidio (che saranno anticipate a mercoledì a causa della festa dell’Indipendenza), venerdì sarà la volta dei dati su tasso di disoccupazione e saldo delle buste paga nei settori non agricoli: il primo a maggio si è riportato in quota 4% per la prima volta dal gennaio del 2022 mentre le famigerate “non-farm payrolls” nell’ultima rilevazione hanno ampiamente battuto il consenso salendo di 272 mila unità. Tra gli altri appuntamenti in agenda troviamo gli interventi dei n.1 di BCE e Fed, Christine Lagarde e Jerome Powell.
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