La settimana appena conclusa ha visto un rialzo generalizzato per sostanzialmente tutte le Borse globali. Ad aver spinto l’ottimismo sono stati i dati sull’inflazione USA di giugno sotto le attese. Nello specifico, il dato si è attestato al 3%, sotto le attese degli analisti censiti da Bloomberg al 3,1% e al precedente 4%. Anche la rilevazione core ha stupito gli esperti segnando un aumento su base annuale del 4,8% contro il 5% stimato e il 5,3% registrato a maggio.
A dispetto di una discesa più marcata dei prezzi, il mercato continua ad attendersi un aumento dei tassi da 25 punti base nella riunione della Federal Reserve di luglio: secondo il CME FedWatch Tool le probabilità che ciò accada sono del 94,9%. Tuttavia, questo incremento potrebbe essere l’ultimo dell’anno, specie se l’indice dei prezzi al consumo continuasse la sua discesa.
A deludere sono stati invece i dati cinesi: a giugno l’inflazione è rimasta piatta su base annuale allo 0%, sotto il consensus allo 0,2%, le esportazioni sono scese del 12,4% e le importazioni hanno segnato un calo del 6,8%. Entrambi questi dati hanno deluso le previsioni al -10% e al -4,1%. Per quanto riguarda l’export, quello del mese appena trascorso è stato il peggior calo dalla pandemia.
Il focus resta sulla stagione delle trimestrali
Nel corso della prossima ottava gli investitori saranno concentrati principalmente su due tematiche: i dati macroeconomici e l’andamento della stagione delle trimestrali. Sul primo punto, il focus principale sarà relativo all’inflazione inglese di giugno, che dovrebbe scendere dall’8,7% di maggio all’8,2%. Il dato core tuttavia è atteso stabile al 7,1%. Intanto, il mercato continua ad attendersi un aumento di 50 punti base da parte della Bank of England nella riunione di agosto, con un picco previsto intorno al 6%. Per l’Eurozona si conoscerà invece l’indice dei prezzi al consumo di giugno (finale), visto in flessione dal 6,1% al 5,5%.
Anche in questo caso, la rilevazione depurata dagli elementi più volatili è vista ferma al 5,4%. Sul fronte della Banche centrali, per la BCE sono attesi i discorsi di Lagarde, Lane, Vasle, Elderson, Vujcic (17 luglio) e di Villeroy (20 luglio). I componenti del FOMC sono invece entrati nel cosiddetto “blackout period”. Questo intervallo durerà dal 15 al 27 luglio e limita ai funzionari la possibilità di parlare pubblicamente o concedere interviste in attesa della riunione di politica monetaria che si terrà il 25 e 26 luglio 2023. Sul fronte delle trimestrali, in questa settimana la stagione entra nel vivo: è prevista la pubblicazione dei conti del 2° trimestre 2023 di Bank of America, Morgan Stanley, Lockheed Martin (18 luglio), Goldman Sachs, Netflix, IBM, Tesla (19 luglio), Johnson & Johnson, Freeport McMoran (20 luglio) e American Express (21 luglio).
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