Il dollaro neozelandese potrebbe essere la prima vittima del cambio di politiche monetarie nel mondo occidentale. Ancora non possiamo certificare il movimento tecnico che di fatto formalizzerebbe il definitivo rilancio del bull market di EurNzd, ma non siamo lontani dall’evento. Tra poco ci torneremo, ma prendiamo atto che come per il dollaro australiano qualcosa di serio sta accadendo sulle valute oceaniche. In Nuova Zelanda la disoccupazione ha ricominciato a salire e forse il lavoro della banca centrale sui tassi sta definitivamente piegando la curva dei salari.
RBNZ a fine corsa sui tassi grazie a dati macro
Buone notizie per l’inflazione e la banca centrale, meno per il dollaro neozelandese. I dati di giugno dei senza lavoro neozelandesi accertano un incremento della disoccupazione dal 3,4% al 3,6%. Scende anche l’inflazione salariale con l’aumento annuale più contenuto delle attese al +4,3% e in discesa dal picco dal 1993 del +4,5%. Altra buona notizia in vista di una lotta all’inflazione che si sta rivelando più dura del previsto.
La banca centrale (RBNZ) già a maggio aveva segnalato che il ciclo di rialzo dei tassi stava volgendo al termine e i dati macro cominciano a dare ragione alle autorità monetarie di Wellington. Il prossimo meeting di politica monetaria previsto per il 16 agosto ha zero possibilità di rialzo dei tassi, ma quello che guardano gli analisti è soprattutto la guidance. E se dovesse essere più dovish del previsto il movimento tecnico che sta preparando EurNzd troverebbe la sua definitiva consacrazione.
Il dollaro neozelandese è ormai in caduta da mesi. Contro dollaro americano i ripetuti tentativi di abbattere la resistenza di 0,64 si sono rivelati vani e ora un doppio massimo su questa resistenza si staglia minaccioso all’orizzonte. Sotto 0,60 di NzdUsd la figura di inversione sarebbe definitivamente formalizzata.
EURNZD: agosto mese difficile per il kiwi
Ma agli investitori europei interessa ovviamente EurNzd. Nonostante un calo delle aspettative di inflazione in Europa, la BCE non sembra intenzionata a muoversi sui tassi di interesse, se non al rialzo. E questo, in previsione di una banca centrale neozelandese più morbida, favorisce l’euro. Non sono previsti dati interessanti nella corrente settimana, ma come per il dollaro australiano, anche per il neozelandese comunemente chiamato kiwi, agosto è un mese difficile. E ce ne stiamo accorgendo.
Il grafico di EurNzd mostra un insistente attacco alla critica resistenza di 1,80. Andare oltre aprirebbe le porte ad un movimento di indebolimento nell’ordine delle 7-8 figure. I massimi crescenti combinati agli ultimi mesi che potremmo definire di consolidamento, avallano l’idea di una figura di continuazione prossima all’esaurimento. In caso di break definitivo di 1,80 il mercato non avrà grandi resistenze fino a 1,87. E ancora presto per entrare long sul kiwi a quanto pare.