Francoforte non ha offerto motivi forti ai trader per andare ancora lunghi su EUR/USD. Questo sembra essere ciò che emerge negli ultimi giorni nonostante un cambio che, per la quarta settimana consecutiva, ha messo in archivio una candela rialzista. Ma l’ultima potrebbe, per dove e come ha preso forma, indicare qualcosa di diverso. Ne parleremo tra poco nel consueto punto tecnico sul rapporto di cambio più importante del pianeta.
Intanto si prende atto che la BCE aspetterà la FED. Rimandando tutto alla riunione del 12 settembre Lagarde ha voluto attendere ancora un po' prima di far capire ai mercati che il costo del denaro sarà nuovamente tagliato a settembre. Decisione che il mercato ritiene scontata, così come ritiene certa una riduzione nei tassi americani la settimana successiva di settembre.
Powell non pare essere intimorito dalle dichiarazioni di Trump e secondo il mercato potrebbero essere addirittura tre i tagli nei tassi entro fine 2024 negli Stati Uniti. L’inflazione rimane però strutturalmente in zona 3% e questo rappresenta un pericolo che solo dati macro particolarmente debilitati e disoccupazione in aumento potrebbero aiutare nel percorso di riduzione di quei tassi di interesse che rappresentano l’arma tradizionale per evitare una recessione.
Meeting BCE: bastone e carota per i mercati
Tornando però all’Europa le dichiarazioni di Lagarde sono apparse ancora una volta un misto di bastone e carota per i mercati. Tassi fermi per ora, a settembre c’è un’apertura da parte della BCE, ma al tempo stesso si guarderà ad un’inflazione che fluttuerà ancora fino alla fine del 2024 attorno al 2,5% per prendere, sempre secondo Francoforte, la strada del 2% nella prima parte del 2025.
Intanto c’è una crescita modesta confermata in tutti i dati recentemente usciti in Eurolandia, crescita che sembra chiamare una politica monetaria più distensiva di quella attuale; con le elezioni europee alle spalle la stessa BCE potrà agire a questo punto con maggiore serenità.
Forex: EUR/USD, il mistero si infittisce
Tecnicamente quello che si è verificato soprattutto sui grafici settimanali di EUR/USD è interessante. La media mobile a 200 settimane, assieme alla linea di tendenza che unisce i massimi del 2023, sembra rappresentare per ora un limite invalicabile.
A condire di “densità” questa zona di prezzi anche il fatto che la chiusura è arrivata proprio in corrispondenza della neckline che delimita il potenziale testa e spalla rialzista. E se questa chiusura arriva con una tipica figura ribassista nota come shooting star, il mistero attorno a EUR/USD si infittisce.
Qui ci sarebbe da andare short, ma con stop loss rigoroso sotto 1,08. Più interessante a mio avviso potrebbe essere la strategia long, ma solo a condizione che il cambio buchi definitivamente verso l’alto quella resistenza chiave di 1,10. A quel punto le prospettive per la moneta unica si farebbero molto interessanti. Sotto 1,08 invece lo short EUR/USD appare un passaggio tecnico obbligato.