Dollaro Neozelandese in difficoltà nonostante le notizie arrivate dalla Cina circa la riduzione dei tassi di riserva obbligatori delle banche, una misura finalizzata a rilanciare l’economia. Il kiwi ha chiuso malissimo la scorsa settimana e il motivo da ricercare in un'incertezza dominante non solo di carattere politico ma anche economico. E nonostante i ricchi guadagni in borsa, il Dollaro Neozelandese, non sembra aver la forza di recuperare la capacità di essere una divisa ad alto beta.
Gli ultimi dati arrivati dalla Nuova Zelanda sembrano far propendere per una fase di attendismo da parte della RBNZ (Reserve Bank of New Zealand), almeno fino ad agosto mese in cui il costo del denaro dovrebbe cominciare a prendere la strada del ribasso.
Nel quarto trimestre del 2023 l’inflazione Neozelandese ha rallentato il passo al 4,7% e questo deve aver fatto riflettere i mercati sulla possibilità che la Banca centrale mantenga un approccio restrittivo fino a quando i prezzi al consumo non rientreranno sotto al target fissato nel 3%. Naturalmente si guarda con grande attenzione a quello che potrebbe fare la Cina per rilanciare la crescita. Con il taglio delle riserve obbligatorie Pechino potrebbe immettere sul mercato nuova liquidità in grado di alzare l’inflazione neozelandese, vanificando così gli sforzi della banca centrale che per questo preferisce essere più cauta nel comunicare ai mercati che presto ci sarà l’avvio di un easing monetario.
Forex: EUR/NZD, focus su area 1,80/1,81
Il 28 febbraio, data fissata per la prossima riunione della RBNZ conosceremo la decisione sui tassi in Nuova Zelanda con il mercato che al momento prezza in circa il 50% la probabilità di un primo taglio entro marzo. Evento quindi che difficilmente prenderà corpo visto che di recente il capo economista della RBNZ, Cowley, ha usato toni decisamente "hawkish", da falco, circa la possibilità concreta che l’inflazione rialzi la testa a breve sul territorio neozelandese.
A rinfocolare i rischi l’annuncio del Governo di voler aumentare del 2% il salario minimo, una misura che a catena rischia di alimentare nuove pretese sindacali anche da tutte le altre categorie e ovviamente riaccendere l’inflazione.
Osservando il cross EUR/NZD ci rendiamo conto di come il tentativo di formalizzare un testa e spalla ribassista si è rivelato una trappola per orsi. Ha prevalso la trendline rialzista che guida il mercato da tempo ed a questo punto si attende quale potrebbe essere la reazione del cross a ridosso di area 1,80/1,81.
Se scendere sotto 1,75 avrebbe dato la stura ai compratori di Dollaro Neozelandese, all’opposto superare le resistenze sopra citata imporrebbe un atteggiamento decisamente bearish nei confronti della divisa oceanica. A quel punto orientata ad un percorso di debolezza che la porterebbe a superare i minimi del 2023 (1,846) chiudendo definitivamente questa fase correttiva tipicamente a forma di zig zag.