Un movimento tutto da seguire quello di EUR/AUD, cross che sta tentando di formalizzare una tipica figura di inversione che avrebbe un significato molto interessante soprattutto in ottica ripresa del prezzo di commodities e Cina.
Ma andiamo con ordine. Il rientro parziale dei tassi a lunga scadenza americani dopo il dato sull’inflazione di aprile migliore del previsto, ha ridotto il differenziale tassi con l’Australia dove il costo del denaro difficilmente sarà ridotto entro fine 2024. Questo ritorno di appeal per la divisa australiana ha però anche altre motivazioni che guardano soprattutto a Pechino.
La pubblicazione di un report cinese secondo cui ci sarebbe la volontà di imporre alle autorità locali di acquistare lotti di case invendute da costruttori falliti con lo scopo di ridare fiato ad un mercato del real estate stagnante, ma anche bisognoso soprattutto di case popolari, ha ridato vigore al dollaro australiano da sempre legato a doppio filo all’andamento dei metalli industriali, a loro volta dipendenti dalla domanda proveniente dal mercato immobiliare cinese (Cina: ecco il maxi-piano di salvataggio per il settore immobiliare).
Ma anche i dati relativi ai salari australiani del primo trimestre 2024 hanno confermato che la fuga in avanti è sostanzialmente terminata e questo metterebbe al riparo la Banca centrale da sorprese così da poter programmare con calma eventuali manovre di ribasso dei tassi di interesse, comunque mai arrivati ai livelli elevati degli Stati Uniti. Causando di conseguenza una svalutazione dell’australiano contro dollaro ma anche contro euro.
EUR/AUD: la "neckline" è stata violata
E proprio di EUR/AUD vogliamo occuparci oggi perché la più classica delle figure di testa e spalla ribassista sembra essere prossima alla formalizzazione e questo creerebbe le premesse per un interessante movimento verso il basso del cross nei prossimi mesi.
Analizzando la figura possiamo apprezzare come EUR/AUD di fatto avrebbe già violato la "neckline" posizionata in area 1,635 e questo, secondo la teoria dell’analisi tecnica, significherebbe un affondo addirittura di una decina di figure fino all’area di 1,53 nei prossimi mesi.
Un movimento che riporterebbe il cambio sui livelli di inizio 2023 ma che cambierebbe anche le prospettive di un mercato emergente (soprattutto cinese) da sempre correlato all’andamento del dollaro australiano.
Credo che questo movimento troverà la sua conferma solo dopo il meeting BCE di giugno, ma ovviamente chi vuole giocare d’anticipo può già ora tentare lo short EUR/AUD fissando però un rigoroso stop loss sopra la spalla destra della figura posizionata a 1,67. Distanza non irrilevante che ovviamente pone qualche rischio e che rende probabilmente più opportuno per il momento un solo ingresso parziale in attesa di conferme nelle prossime settimane.