Il 2024 potrebbe essere un anno favorevole allo Yen? Questi interrogativi che attraversano la mente di molti trader e investitori per il momento trovano solo risposta in una banca centrale che osteggia in tutti i modi un rialzo dei tassi che potrebbe avere impatti ovviamente anche sul costo di uno dei debiti pubblici più alto al mondo.
La Bank of Japan si è riunita la settimana scorsa e nonostante un rialzo di tutte le aspettative di inflazione non ha deciso nulla sul fronte tassi, solo un innalzamento della banda di oscillazione del rendimento sui bond a 10 anni che passa al 1%. Immediato l’adeguamento del mercato con tanti grazie che arrivano soprattutto dalle compagnie assicurative nipponiche che hanno promesso generose ricoperture per finanziare i propri utenti.
Ma la valuta giapponese potrebbe essere un eccellente polizza assicurativa per il 2024 in vista di un rientro dei tassi di interesse delle principali economie, USA ed Eurolandia in primis. Tradotto, se il Giappone sta fermo ma i tassi del resto del mondo scendono a causa di economie fiacche la debolezza dello Yen incorpora già oggi gli scenari peggiori e quindi ne trarrebbe giovamento.
Lo Yen è palesemente sottovalutato. In termini di parità dei poteri d’acquisto siamo a livelli che non sono record per la storia della divisa nipponica, ma sono estremi per questo primo scampolo di ventunesimo secolo. Il 40% di sottovalutazione rispetto alla teorica parità dei poteri d’acquisto è un fattore che indubbiamente i mercati potrebbero tenere in debita considerazione quando il rallentamento economico coinvolgerà le economie occidentali a causa di politiche monetarie diventate troppo restrittive.
Forex: EUR/JPY, occorre guardare alla BCE
L’incognita come sempre è capire quale momento potrebbe essere il migliore per saltare sul cavallo Yen con una banca centrale che non esclude interventi per frenare una volatilità non gradita e con i ripetuti tentativi di USD/JPY di superare area 150 che a fatica vengono contenuti. Sicuramente molto interessante è anche EUR/JPY che toccando 160 è a meno di un 5% di distanza da quella zona di 170 che rappresenta a mio modo di vedere il massimo punto di forza che potrebbe toccare l’euro.
Se osserviamo un grafico settimanale di EUR/JPY ci accorgiamo della divergenza evidente tra prezzi, in rialzo, e oscillatori di ipercomprato, in ribasso. Un tipico fenomeno che dovrebbe offrire le condizioni giuste per intercettare un massimo primario. Non un’inversione di tendenza per il momento.
Una price action è attesa per confermare questo possibile rientro dello Yen in zone di prezzo più adeguate alle valutazioni correnti. Credo che il momento in cui si verificherà questo evento sarà quando la BCE mostrerà meno desiderio di mantenere i tassi a lungo così alti in Eurolandia. A quel punto l’effetto sentiment eccessivamente negativo sullo Yen farà sentire i suoi effetti. Tecnicamente primi target short per EUR/JPY in area 155 e successivamente 148 anche se questo obiettivo sarebbe collegato ad un contesto recessivo globale non scontato finora dal mercato.