Inutile girarci intorno. Chi speculava su una guerra in Medio Oriente per riportare in alto il prezzo del petrolio sta miseramente fallendo la sua strategia. Il greggio non trova la forza di risalire sopra quota 80 dollari al barile e la ripartenza di molti impianti di fracking in terra statunitense e canadese portano sul mercato un’offerta ampia in grado di compensare le tensioni nel canale di Suez e con l’Iran.
Il rallentamento cinese è evidente con una deflazione sempre peggiore che ha portato i prezzi al consumo a scendere dello 0,8% e i prezzi alla produzione anch’essi ad una variazione negativa.
I riflessi sulle currency direttamente correlate ai prezzi delle materie prime non si sono fatti attendere, corona norvegese compresa che attende anche le prossime decisioni di politica monetaria prima di prendere una precisa direzione.
I dati di inflazione in Norvegia hanno evidenziato una contrazione ulteriore dei prezzi al consumo e questo mette teoricamente in difficoltà una NOK perché significa veder aumentate le possibilità di assistere ad un taglio dei tassi di interesse e quindi minore remunerazione prospettica sulla carta scandinava.
La banca centrale non sembra essere propensa a tagliare i tassi a marzo (il mercato sconta l’evento attorno al 50%) e continua a vendere 350 milioni di NOK al giorno come da programma per mantenere in equilibrio le riserve valutarie. Questo strumento, assieme a quello dei tassi, serve per gestire l’eccessiva debolezza di una NOK che indubbiamente è stata responsabile di una buona fetta di inflazione importata finora. Prezzi al consumo che, pur rallentando per sei mesi consecutivi, rimane sopra al target 2% fissato dalla banca centrale.
Forex: EUR/NOK sembra incerto sul puntare ad un rafforzamento della corona
Il Macd mensile appare nella posizione giusta per lanciare un segnale bearish, ma il rimbalzo del cross sulla uptrend line sembrerebbe voler allontanare la formalizzazione di questo importante evento tecnico. Il tasso di variazione a 12 mesi si sta avvicinando alla soglia dello zero dopo aver smaltito gli eccessi del 2023 quando il rialzo di EUR/NOK aveva toccato il 15% su base annua.
Tecnicamente il grafico ci mostra una zona di supporto compresa tra 11 e 11,20 che ancora una volta ha arginato la forza della NOK. Potrebbe essere questo il baricentro di un doppio massimo o, come appare più probabile, la base di un trading range che potrebbe a questo punto riportare EUR/NOK verso la parte alta di area 12 dove un ingresso long apparirebbe decisamente interessante in ottica prospettica. Solo un break ribassista di area 11 confermerebbe l’opportunità di andare lunghi su una divisa da sempre apprezzata per la sua sicurezza nell’emittente da tripla A, ma volatile in quanto altamente dipendente dai cicli economici, soprattutto di quelli che coinvolgono il prezzo del petrolio e il mondo emergente.