Solido, questa è l’immagine confermata dalle evidenze che hanno gli investitori del franco svizzero. Una divisa che paga meno delle altre nominalmente, ma visto che nel mondo forex quello che conta sono le aspettative di rendimenti reali, un’inflazione modesta e in rientro confrontata con tassi di interesse positivi e in rialzo creano un mix perfetto per rimanere lunghi di CHF senza grandi indugi. Almeno per ora e contro euro.
Chi incassa stipendi o investe risparmi in obbligazioni o azioni in franchi svizzeri teme da anni gli interventi della Swiss National Bank. Non è un timore infondato visto che in passato la SNB è intervenuta sul cambio nel tentativo di indebolirlo per favorire l’inflazione.
Ma ora che l’inflazione è ritornata, paradossalmente la banca centrale ha espresso parere favorevole ad un rafforzamento (o comunque non indebolimento) del franco. E i mercati ne hanno preso atto continuando ad investire sullo svizzero che rimane saldamento sotto i livelli che contano contro l’euro. La parità.
EUR/CHF: attenzione alla parità
I valori medi storici del cambio effettivo reale confermano che la SNB sta lavorando bene. Il cambio effettivo reale dello svizzero è di poco superiore a quello espresso dalla media ventennale del cambio effettivo reale.
Anche l’analisi tecnica conforta chi ha deciso di puntare sulla divisa elvetica. USD/CHF è tornato a ridosso di quei supporti che dal 2014 in avanti hanno sempre contenuto la forza del franco a 0,87. Solo ad ottobre 2022 eravamo alla parità con il dollaro.
EUR/CHF rimane sotto la media mobile a 12 mesi e, fino a quando questo scenario andrà avanti, piuttosto che vendere sarà interessante acquistare sulla debolezza. Solo sopra 1,01 di EUR/CHF sarà opportuno cominciare ad alleggerire qualche posizione lunga di CHF, un pericolo che per il momento sembra essere ancora remoto.
Il dato sull’inflazione svizzera di aprile ha confermato un’inflazione in modesto calo sotto al 3%. Tutto fieno in cascina della banca centrale. Che visto il livello di inflazione superiore al target del 2% potrà mantenere un atteggiamento "hawkish" che naturalmente piace al mercato valutario.
Nell’ultimo meeting di marzo i tassi sono aumentati di 50 punti base all'1,5% e gli interventi tanto temuti dal mercato sono stati preannunciati come bidirezionali, quindi rialzi o ribassi, all’occorrenza. La prossima riunione è prevista per il 22 giugno con il mercato che attualmente prezza (anche nel franco) un aumento di 25 punti base prima dell’ultimo ritocco prezzato dal mercato nel meeting del 21 settembre.
Quello che si vede al momento è quindi l’opportunità di rimanere short su EUR/CHF, eventualmente di scommettere su un rialzo nei prossimi mesi di USD/CHF al verificarsi di certe condizioni di prezzo e tecniche che non mancherò di segnalare nelle prossime settimane.