La Nuova Zelanda non ha nessuna intenzione di abbassare il costo del denaro, almeno per ora. Questo il messaggio arrivato dalla banca centrale con toni decisamente orientati allo stallo sui tassi stando molto attenti all’evoluzione dell’inflazione futura. La Nuova Zelanda conferma quindi una politica monetaria restrittiva che per il momento non ha intenzione di strizzare l’occhio alla crescita, preferendo vigilare sulla dinamica dei prezzi. E questo ha fatto bene al dollaro neozelandese in ripresa già da inizio aprile.
L'economia non mette pressione, l'inflazione sì
Il rallentamento cinese e la politica monetaria della FED hanno inciso indubbiamente sull’evoluzione del kiwi, come viene comunemente chiamato il dollaro neozelandese, con differenziali di tasso rispetto al Treasury americano che non hanno mai preso il largo impedendo ai bond e alla valuta pacifica di garantire un adeguato carry di rendimento corretto per il rischio insito in una divisa sicuramente ciclica. Mantenendo fermi i tassi al 5,5% con toni hawkins, il dollaro neozelandese ha potuto respirare assumendo una configurazione grafica interessante che analizzeremo dopo.
L’inflazione rimane forse il fattore che più frena la banca centrale dal tagliare i tassi anche se la RBNZ si dice confidente nel vederla rientrare sotto al 3% entro fine 2024. Nel primo trimestre 2024 i prezzi al consumo sono rimasti ancora surriscaldati al 5.8% e questo preoccupa il Governatore Orr che deve fare i conti con la svalutazione della divisa locale che ovviamente importa inflazione. Abbassando i tassi di interesse il fenomeno si aggraverebbe, meglio evitare per adesso.
L’altro lato della medaglia è quello della crescita economica. Il mercato del lavoro neozelandese vede salire la disoccupazione al 4.3% con le nuove buste paga ormai in raffreddamento con una variazione positiva modesta nell’ultimo mese. L’economia in recessione dello 0,1% nel primo quarto di anno non sembra mettere ancora pressione alla banca centrale.
NZDUSD: obiettivo resistenze
NzdUsd si è rifiutato ad aprile di scendere sotto i minimi di 0,577 di fine 2023. Un segnale importante che passa adesso per un rilancio nella direzione di quella trendline ribassista che dall’inizio del 2023 guida al ribasso il kiwi. In zona 0,63 troviamo infatti la resistenza principale oltre la quale senza indugio ci sarebbe da andare lunghi di Nzd.
Le possibilità che il cambio vada a testare questa resistenza sono elevate, soprattutto dopo il break della tendenza negativa che da inizio 2024 guidava NzdUsd. Rapporto di cambio che però velocemente si sta avvicinando all’ipercomprato lasciando pensare ad una fiammata che ancora una volta spegnerà i suoi ardori in prossimità della resistenza come accaduto in tutti gli altri casi.
Non è detto che la fase successiva, ovvero la reazione al test delle resistenze, non possa essere positiva per il kiwi qualora NzdUsd decidesse di non allontanarsi troppo da quella zona di 0,63 che, ripeto, credo sarà decisiva per il futuro strategico della divisa pacifica. Obiettivo successivo 0,68.