La banca centrale neozelandese poteva invertire la tendenza declinante che da mesi stava spingendo verso il basso il valore della divisa locale, ma ha sciupato clamorosamente l’occasione.
Come vedremo tra poco l’ultimo tentativo di reazione del cambio NzdUsd è datato inizio maggio quando in area 0,64 per l’ennesima volta le resistenze hanno frenato le velleità del neozelandese. Non a caso avevo segnalato nell'articolo " Che sorpresa il rialzo dei tassi in Nuova Zelanda" le interessanti prospettive che si stavano aprendo per il Kiwi.
Le attese dei mercati erano per un aumento dei tassi di 25 punti base e mercoledì la RBNZ (Reserve Bank of New Zealand) ha accontentato effettivamente gli analisti alzando il costo del denaro al 5.5%. Ma questo non è bastato perché la RBNZ si è mostrata decisamente più dovish del previsto.
La RBNZ è pronta a tagliare i tassi
Diventano così 500 i punti base di rialzo dei tassi in Nuova Zelanda in 18 mesi, non poco e con gli impatti negativi sull’economia che cominciano a vedersi pienamente. Compresa quella recessione che la stessa banca centrale, un po' a sorpresa, prevede nei prossimi trimestri. E poi c’è il tema inflazione.
Il nuovo budget di spesa presentato dal governo neozelandese offrirà Pil aggiuntivo nell’ordine dell'1,4% di almeno per il prossimo anno fiscale, quindi pressioni rialziste sulla tanto temuta inflazione oggi ancora al 6,7%, ancora ben oltre i tassi di interesse.
Nel comunicato finale della RBNZ è stato scritto che i tassi rimarranno ancora elevati per lungo tempo, ma il picco previsto è al 5,5% (quello di oggi) e a partire dal terzo trimestre 2024 comincerà la fase di taglio nel costo del denaro. La delusione cocente è però arrivata dalle previsioni sul Pil, negativo secondo la banca centrale sia nel secondo che nel terzo trimestre.
Tutte notizie che hanno fatto capire al mercato che la RBNZ appena vedrà rientrare l’inflazione sotto i tassi ufficiali comincerà ad abbassare il costo del denaro. La reazione verso il basso di NZD/USD è stata immediata. Il cambio torna così a premere sui minimi 2023 di area 0,61 con prospettive ribassiste che potrebbero accentuarsi in caso di rottura dei supporti.
Molto precisa anche la reazione tecnica di EUR/NZD che, colpito in pieno il supporto di area 1,72, ha ricominciato quella salita che da agosto accompagna la formazione di minimi crescenti. La tecnica di Ichimoku a tal proposito è stata esemplare nell’intercettare il bottom primario filtrando i falsi segnali. A questo punto i massimi del 2023 dovrebbe essere interessati di nuovo a breve con gli obiettivi bullish che possiamo stimare attorno all’area 1,82/1,83. Long EUR/NZD sembra essere un’opzione molto interessante.