La pubblicazione nella giornata di ieri dei risultati sull'inflazione europea di dicembre ha riaperto il dibattito su cosa farà la
Banca Centrale Europea nella prossima riunione che si terrà il 25 gennaio.
L'indice dei prezzi al consumo (IPC) è salito al 2,9% su base annua, invertendo sei mesi consecutivi di cali, ma risultando inferiore di 10 punti base rispetto alle attese degli analisti. Di primo acchito potrebbe sembrare questa una battuta d'arresto dell'andamento del carovita verso l'obiettivo di lungo periodo del 2% della BCE. In realtà, bisogna interpretare il dato in maniera più ampia.
Il motivo per cui la crescita dell'inflazione europea è tornata a salire è perché sono stati ridotti i sussidi su energia e cibo in Europa rispetto allo scorso anno. Infatti, se si considera l'inflazione di fondo, che esclude la volatilità dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari, c'è stato un rallentamento dal 3,6% di novembre al 3,4% di dicembre. Similmente, l'indice dei prezzi al consumo armonizzati (HIPC) che non tiene conto delle componenti di energia e cibo, ha visto una riduzione della crescita su base annuale del 3,9% rispetto al 4,2% del mese precedente. Mentre l'inflazione dei servizi è rimasta piatta al 4%. Questi sono tutti indicatori chiave di cui la BCE terrà conto quando dovrà decidere in materia di tassi di interesse.
Inflazione europea: come si comporterà ora la BCE?
Quindi, cosa farà l'Eurotower tra circa venti giorni? I mercati monetari stanno prezzando un taglio dei tassi di 140 punti base nel 2024 e si tratta della prima volta da metà di dicembre che prevedono meno di sei riduzioni del costo del denaro. A fine dicembre il mercato degli swap scontava fino a 174 punti base di tagli. Con l'inizio del nuovo anno a prevalere è un po' più di cautela, sebbene ancora molti scommettano che la BCE si muoverà entro il primo trimestre poiché l'inflazione dell'Eurozona riprenderà a presto a scendere.
"La ripresa delle pressioni sui prezzi di dicembre è stata solo un blip (un incidente di percorso, ndr), ma sarà invertita a gennaio a causa di ulteriori cali dell'inflazione alimentare e core", ha affermato Jack Allen-Reynolds, economista di Capital Economics.
A giudizio di Sylvia Ardagna, economista della banca britannica Barclays, il fatto che i prezzi al consumo siano aumentati solo dello 0,2% rispetto al mese precedente indica che la BCE è ancora sulla buona strada per raggiungere presto il suo obiettivo. L'esperta prevede un taglio dei tassi ad aprile, in quanto "questi numeri dovrebbero continuare a confortare la BCE sul fatto che l'orientamento restrittivo della politica monetaria venga trasmesso con forza".
Michael Field, strategist del mercato europeo di Morningstar, ritiene che la BCE fosse consapevole che questo picco di inflazione sarebbe potuto arrivare e quindi "è improbabile che ciò abbia un impatto sul suo processo decisionale". Field osserva come i prezzi del petrolio siano scesi decisamente dai massimi del 2022, ma a dicembre "i limiti che molti governi europei avevano posto sui prezzi dell'energia si sono esauriti, il che significa che i prezzi pagati dai consumatori sono aumentati, avendo un effetto sull'inflazione".
Non molto ottimisti invece sono gli analisti di Morgan Stanley, convinti che l'inflazione rischi di rimanere al di sopra dell'obiettivo del 2% con salari elevati. La banca americana ritiene che le stime del mercato su un taglio dei tassi a marzo siano premature, perché ci sono ancora ostacoli elevati. "Il primo allentamento avverrà a giugno e ciò potrebbe rappresentare un freno per gli utili delle banche della regione", ha affermato l'istituto finanziario.