Negli ultimi giorni, le aspettative che la
Banca Centrale Europea (BCE) possa
accelerare il ritmo dei tagli ai tassi di interesse hanno registrato un deciso incremento. Ora il mercato monetario sconta una probabilità dell'80% che l'istituto monetario con sede a Francoforte abbassi nuovamente il costo del denaro nel meeting del 17 ottobre.
I dati macroeconomici pendono tutti a favore di una mossa accomodante della BCE. I PMI di settembre dell'Eurozona hanno deluso le attese, mostrando come l'economia della regione fatichi a trovare slancio. Nel frattempo l'inflazione in Paesi importanti come Francia e Spagna si è attestata al di sotto di quell'obiettivo di lungo periodo del 2% fissato dalla Banca centrale. In particolare, il costo della vita francese è risultato dell'1,5%, il livello più basso degli ultimi tre anni. In Germania questo mese la disoccupazione è aumentata più del previsto e nel nostro Paese l'ISTAT ha annunciato un crollo del fatturato industriale del 4,7% su base annua e dello 0,4% su base mensile.
La BCE ha anticipato la Federal Reserve nel fare la prima mossa riguardo l'apertura del ciclo dei tagli ai tassi, ma nella riunione di settembre ha abbassato il costo del denaro solo di un quarto di punto, a fronte di un maxi-taglio di 50 punti base sull'altra sponda dell'Atlantico. Tuttavia, da allora le dichiarazioni dei funzionari dell'Eurotower hanno avuto inclinazioni verso un accomodamento monetario per rilanciare la crescita, una volta raggiunti i target inflazionistici.
BCE: cosa farà nelle prossime riunioni?
Gli analisti di BNP Paribas nel loro rapporto intitolato Market 360 hanno affermato di aspettarsi che l'autorità monetaria abbassi i tassi altre due volte da qui alla fine dell'anno: la prima a ottobre di 25 punti base e la seconda a dicembre. "I dati recenti indicano un aumento del rischio di un deterioramento più marcato dell’attività economica nell’Eurozona, mentre le prospettive di inflazione a breve termine appaiono positive", hanno scritto nel report. Tutto ciò prima di riprendere un ritmo trimestrale di sforbiciate nel 2025, "una volta che l'economia riacquisterà un certo slancio", hanno sottolineato gli esperti della più grande banca europea. Alla fine dell'anno venturo, quindi, i tassi di interesse dovrebbero attestarsi al 2,50%, hanno aggiunto. Tale previsione è però al di sopra del 2,25% precedentemente stimato.
Paul Diggle, Chief Economist di Abrdn, ha affermato che "i tassi di policy dei principali mercati sviluppati finiranno per attestarsi al di sotto del 3% entro la fine di questo ciclo di tagli, nel 2026". L'esperto ritiene che "la Federal Reserve continuerà a tagliare i tassi, ma con incrementi di 25 punti base, fino ad abbassare il tasso sui Fed funds al 2,825% entro l’inizio del 2026". La BCE invece "si muoverà più lentamente a causa di alcuni timori di natura inflazionistica".