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FED, dopo le perdite arrivano i licenziamenti

27 set 2023 - 15:00

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La Fed annuncia la riduzione dell'organico per la prima volta negli ultimi 13 anni. Ecco quali sono i lavoratori lasciati a casa e le motivazioni di tale mossa

La Federal Reserve nel 2023 taglierà 300 posti di lavoro. Lo ha annunciato proprio la Banca centrale americana attraverso un portavoce. Si tratta di una mossa anomala, in quanto l'organico è cresciuto costantemente dal 2010 dopo che da inizio millennio era stato ridotto da 24.000 a 19.735 unità. Quei licenziamenti erano arrivati come conseguenza della fine dell'era cartacea e dell'inizio di quella digitale.
 
In seguito, però, la Fed ha iniziato la più grande espansione monetaria della storia, il che ha richiesto una capacità di elaborazione non indifferente e quindi ha spinto la forza lavoro ai massimi storici. Sulla base dei rapporti annuali e dei documenti finanziari dell'istituto centrale, il numero complessivo dei dipendenti era preventivato in diminuzione da 24.428 a 23.895 unità dal 2022 al 2023. 
 
 

Fed: ecco chi riguardano i licenziamenti

Il portavoce della Fed ha riferito che i tagli del personale includono un insieme di licenziamenti, pensionamenti anticipati e la scelta dell'istituto di non coprire le posizioni vacanti.
 
In particolare, le riduzioni riguardano 12 banche regionali e sono concentrate sul settore dell'informatica, a causa della diffusione di software basati sul cloud, e sul comparto dell'elaborazione dei pagamenti, che è in una fase di consolidamento. 
 
 

Fed: perdite per 100 miliardi di dollari

I licenziamenti della Fed arrivano in un contesto in cui la Banca centrale ha riportato perdite negli ultimi mesi che si aggirano intorno ai 100 miliardi di dollari. Il motivo è che l'autorità monetaria guadagna meno dal suo portafoglio obbligazionario da 7.500 miliardi di dollari rispetto a quanto corrisponde alle banche in termini di interessi sui depositi di riserva.
 
Per contenere i circa 6,3 miliardi di dollari di spese annuali per il personale, la Fed si autofinanzia attraverso i guadagni derivanti dalle commissioni applicate alle banche e dalle partecipazioni patrimoniali. Di norma, la Banca centrale genera un profitto (che poi gira al Tesoro), ma da quando ha iniziato ad alzare i tassi d'interesse ha speso più di quanto ha guadagnato. Il passivo conseguito potrebbe in qualche modo aver inciso sui tagli al personale.
 
L'aspetto significativo è che i licenziamenti arrivano pochi giorni dopo che il governatore Jerome Powell si era detto sorpreso della resilienza dell'economia americana e della tenuta del mercato del lavoro, nonostante la serie di aumenti dei tassi d'interesse partita a marzo 2022 per contrastare l'inflazione. In ragione di questo, i funzionari della Fed hanno anche rivisto al rialzo le stime sulla crescita economica e sull'occupazione, facendo predire un atterraggio morbido dell'economia statunitense.
 
 
 

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