La riunione della
Federal Reserve di questa settimana ha lasciato il segno. La Banca centrale americana ha ribadito un concetto già espresso in molteplici situazioni, ossia che
i tassi rimarranno alti più a lungo di quanto si creda. Almeno fintanto che l'inflazione resta oltre un livello sostenibile.
Questo messaggio è risultato esplosivo, perché abbinato all'annuncio che il costo del denaro non verrà tagliato quattro volte nel 2024 ma solamente due. I mercati devono ancora metabolizzare il concetto di rassegnarsi a tassi d'interesse più elevati di quanto ritengono opportuno perché l'economia sfavilli e le Borse tornino a volare.
Il punto che qualcuno comincia a cogliere è: e se i tassi d'interesse rimarranno più alti per sempre? Sgombriamo il campo da malintesi. In realtà non si tratta di aspettarsi che la Fed non abbassi abbastanza i tassi di riferimento per far ripartire l'economia, ma si tratta di attendersi che l'istituto monetario alzi in pianta stabile il tasso neutrale.
Tasso neutrale: ecco come agisce
Il tasso neutrale è quello che garantisce uno status in cui l'economia non si espande ma neppure si comprime. Quindi, potrebbe essere definito come un equilibratore dell'economia. La Banca centrale a stelle e strisce ha fissato al 2,5% il tasso neutrale, ma alcuni funzionari nell'ultima riunione hanno dato proiezioni del 3%.
Insomma, per garantire che il Paese cresca nel modo giusto senza creare distorsioni a livello produttivo, occupazionale e finanziario, e quindi senza richiedere l'intervento della Fed, non ci sarebbe bisogno di abbassare troppo i tassi. Da stabilire è di quanto l'economia e l'occupazione crescerebbero e cosa significherebbero tassi più alti per il sistema finanziario. Nel 2026, i funzionari prevedono che l'economia crescerà dell'1,8%, la disoccupazione al 4% e l'inflazione raggiungerà l'obiettivo del 2%. Tali condizioni sarebbero normalmente coerenti con i tassi di interesse neutrali.
C'è da dire che l'economia e i mercati si evolvono e quindi situazioni che vanno bene in un periodo, potrebbero non valere in seguito. Ad esempio, prima della grande crisi del 2008, gli economisti pensavano a un tasso neutrale tra il 4% e il 4,5%. Dopo lo scenario apocalittico che si è manifestato quell'anno, per anni la Fed ha dovuto tenere i tassi a zero, abbassando il tasso neutrale al 2,5%.
Fed: perché il tasso neutrale può essere più alto
Verrebbe da chiedersi quali sono le ragioni per considerare una neutralità più alta. Ne esistono almeno un paio. La prima si riferisce al debito degli Stati Uniti. Il Paese ha continuato a indebitarsi dopo la pandemia, portando il livello dell'indebitamento dall'80% del PIL di inizio 2020 al 95% di oggi. Nello stesso periodo il deficit è salito da meno del 5% al 6% del PIL. Questo significa che gli investitori sono chiamati a detenere più debito; quindi, per convincerli occorre remunerarli di più.
Un'altra ragione deriva dall'approccio della Fed nei confronti dell'inflazione. Ci sono molti elementi che inducono a pensare che la spinta verso prezzi più alti possa durare ancora a lungo, considerata la grande pressione tecnologica che tiene alta la domanda. Per questo l'asticella probabilmente si alza, con la Fed più preoccupata a contenere i prezzi che non a stimolare l'economia.