Oggi, venerdì 12 marzo 2021, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha lanciato il nuovo piano vaccinale per l’Italia, dall’hub vaccinale di Fiumicino.
Intanto da lunedì 1 marzo entrano in zona rossa tutte le regioni eccetto Sardegna, Sicilia, Calabria e Umbria. In bilico il Lazio che potrebbe diventare arancione. Vediamo tutti i dettagli del piano vaccini Italia targato Draghi.
AIFA vieta lotto AstraZeneca, Draghi chiama Von der Leyen
I carabinieri del Nas stanno sequestrando in tutto il territorio nazionale le dosi del lotto ABV2856 del vaccino anti-Covid prodotto da AstraZeneca, per il quale l’Agenzia italiana del farmaco AIFA ha disposto in via precauzionale il divieto di utilizzo sul territorio nazionale, dopo la segnalazione di alcuni eventi avversi gravi in concomitanza temporale con la somministrazione. L’uso del vaccino è stato sospeso cautelativamente anche in Danimarca, Norvegia e Islanda.
Il premier Draghi ha avuto un colloquio telefonico con Ursula Von der Leyen, la presidente della Commissione Europea. Secondo quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi, dalla telefonata è emerso che “non c’è alcuna evidenza di un nesso tra i casi di trombosi registrati in Europa e la somministrazione del vaccino Astrazeneca”. Von der Leyen ha comunicato che l’EMA ha avviato un’ulteriore review accelerata.
Piano vaccinale Draghi: tutti i dettagli
Mario Draghi è pronto a cambiare le carte in tavola sul programma vaccinale. Sostituito il Commissario Arcuri, ecco che anche il piano vaccinale assume una nuova fisionomia con il generale Figliuolo nuovo incaricato di dare alla campagna una accelerata. Il primo obiettivo è quello di avere regole uguali per tutta Italia, senza differenze tra Regioni. Anche perché alcune sembrano aver privilegiato categorie non ritenute a rischio.
Con il nuovo piano il criterio da seguire sarà quasi esclusivamente anagrafico: si parte dai più anziani per arrivare ai più giovani, considerando anche delle correzioni. Si darà, per esempio, precedenza ai soggetti ritenuti più fragili perché con patologie o disabilità gravi, riconosciute dalla legge 104.
Altra novità riguarda l’immunizzazione sui luoghi di lavoro: le grandi imprese potrebbero vaccinare i dipendenti direttamente in azienda in caso di presenza del medico aziendale, le piccole invece potrebbero rivolgersi agli ambulatori. Inoltre, entro il 19 marzo 2021 si concluderà la ricognizione avviata da Confindustria tra le imprese per presentare una lista di chi è disponibile a fornire spazi per le vaccinazioni.
Un altro tema è quello dei potenziali vaccinatori: non solo i medici di famiglia e gli specializzandi, ma anche gli odontoiatri. Ieri è stato firmato un accordo che arruola potenzialmente fino a 60mila odontoiatri. Come vaccinatori ci saranno anche i medici militari e quelli della Croce rossa. A loro si potrebbero aggiungere anche infermieri e farmacisti, che potrebbero somministrare le dosi di vaccino anti-Covid sotto la supervisione di un medico.
Piano vaccinale Draghi: priorità ai più anziani, ecco tutte le categorie
I criteri saranno uguali per tutte le Regioni. Come prima cosa bisognerà completare le vaccinazioni di personale sanitario, over 80, personale della scuola, militari e forze dell’ordine. Poi il criterio sarà quello della fascia d’età, con un principio decrescente: si parte da chi ha più di 70 anni, insieme agli estremamente fragili che rientrano in una delle 14 patologie comprendenti malattie respiratorie e circolatorie.
Per questi ultimi il vaccino somministrato sarà quello di Pfizer o Moderna: l’inoculazione avverrà nei centri ospedalieri. Queste la priorità in base alle diverse categorie, secondo quanto previsto dal nuovo piano vaccinale:
- Categoria 1: elevata fragilità (persone estremamente vulnerabili, disabilità grave),
- Categoria 2: Persone di età compresa tra 70 e 79 anni,
- Categoria 3: persone di età compresa tra i 60 e i 69 anni,
- Categoria 4: persone con comorbidità di età inferiore a 60 anni, senza quella connotazione di gravità riportata per le persone estremamente vulnerabili,
- Categoria 5: resto della popolazione di età inferiore a 60 anni.
Piano vaccinale Draghi: dove verranno somministrati i vaccini
Nel piano del governo ogni comune con più di 50mila abitanti deve dotarsi di un grande centro vaccinale. Si pensa ai piazzali delle stazioni, ai parcheggi dei centri commerciali, ai centri congressi, ai palazzetti dello sport e agli stadi.
Ci saranno poi i drive through della Difesa che al momento sono stati utilizzati per eseguire i tamponi, ma presto diventeranno centri vaccinali. Inoltre per raggiungere i centri isolati verranno utilizzati 150 nuclei vaccinali mobili della Difesa, con specifiche giornate di vaccinazione nelle zone più difficili da raggiungere, come spiega il Corriere della Sera. Infine anche la Protezione civile contribuirà allestendo postazioni mobili per la vaccinazione.
Piano vaccinale Draghi: seconde dosi vaccino, come funziona il richiamo
L’obiettivo del governo Draghi è quello di inoculare la prima dose del vaccino a più persone possibili, anche ritardando il richiamo. Nel caso di AstraZeneca la seconda somministrazione è prevista a 12 settimane di distanza dalla prima, ma questo termine potrebbe essere portato leggermente più avanti, forse di un paio di settimane, permettendo così di inoculare la prima dose a più persone.
Il problema non si porrà col vaccino di Johnson&Johnson, che non richiede un richiamo. Mentre per Pfizer dovrebbe restare la previsione della seconda dose a 21 giorni dalla prima e per Moderna dopo 28 giorni.
Draghi: "Produrremo in Italia, oggi primo contratto"
Il premier Draghi ha annunciato che oggi è stato concluso il "primo contratto tra un'azienda italiana e un'azienda titolare di un brevetto" per proddure il vaccino in Italia. "Continueremo a sviluppare la capacità produttiva di vaccini in Italia", ha aggiunto Draghi.
Sulla campagna vaccinale, ha sottolineato: "Ad oggi, si vedono già i primi risultati di un'accelerazione. Solo nei primi undici giorni di marzo è stato somministrato quasi il 30% di tutte le vaccinazioni fatte fino all'inizio di questo mese: è il doppio della media dei due mesi precedenti. Il ritmo giornaliero attuale è di circa 170.000 somministrazioni al giorno. L'obbiettivo è triplicarlo presto. Abbiamo già ricevuto 7,9 milioni di dosi, ma contiamo su una forte accelerazione nelle prossime settimane, anche a seguito della recente approvazione del vaccino Johnson & Johnson".
"Whatever it takes" dei vaccini, una corsa contro il tempo
Questa corsa contro il tempo è giustificata da una notizia finalmente positiva: i vaccini stanno per arrivare. L'EMA ha approvato quello prodotto da Johnson&Johnson. All'Italia entro giugno dovrebbero arrivare 50 milioni di dosi, persino di più se dovesse arrivare il via libera al russo Sputnik.
Il vero rischio, a questo punto, è che restino stoccate nei magazzini dell'aeroporto di Pratica di Mare. Per questo ieri Draghi, insieme alla percezione del cambio di passo, ha voluto dare un segnale di speranza agli italiani che sembrano non farcela più. È stato una sorta di "whatever it takes" dei vaccini: "Salvaguardare con ogni mezzo la vita degli italiani", "non perdere un attimo", "non lasciare nulla di intentato".
Draghi ha affrontato anche la questione ristori e sostegni: "Il decreto che comprende tutte le altre misure di sostegno all'economia è previsto per la settimana prossima. Per questo i 32 miliardi già autorizzati sono interamente impegnati. Ma non basta. Ho intenzione di proporre al Parlamento, in occasione della presentazione del Documento di Economia e Finanza, un nuovo scostamento di bilancio". Le misure sono destinate a una platea più ampia, come detto dallo stesso presidente del Consiglio e "tra i provvedimenti più significativi, c'è il prolungamento della cassa integrazione guadagni, un più ampio finanziamento degli strumenti di contrasto alla povertà, per sostenere i 'nuovi poveri', coloro che sono diventati maggioranza nelle file della Caritas".