- Donald Trump ha pronta una serie di nuove tariffe sui beni europei per 3,1 milardi di dollari;
- L'Europa minaccia ritorsioni per 11,2 miliardi di dollari se non si raggiunge un accordo;
- Secondo gli analisti i mercati finanziari scontano la paura della pandemia e il quadro futuro poco chiaro.
Come se non bastasse il Coronavirus. Donald Trump arriva come un fulmine a cielo semi sereno sui mercati finanziari europei. Secondo indiscrezioni di Bloomberg, il Presidente USA ha già pronta una nuova carrellata di dazi da imporre sull'export di Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna per un valore complessivo di 3,1 miliardi di dollari. Le Borse europee hanno reagito male, facendo segnare ribassi diffusi: FTSE Mib -1,6%, DAX -1,9%, FTSE 100 -2%, CAC -1,65% e IBEX 35 -1,75%. Non vanno molto meglio gli indici americani, sebbene con perdite più contenute.
Non sono bastati gli ultimi dati macroeconomici europei confortanti (indici PMI e IFO) a migliorare l'umore degli investitori, in questi ultimi giorni depresso dall'esacerbarsi della situazione legata ai contagi da Covid-19. Ora la riproposizione di una distanza a livello commerciale tra Usa ed Europa rischia di mandare in fumo tutti i segnali positivi che le Istituzioni hanno cercato di inviare all'economia per incoraggiarne la ripresa.
Trump: guerra all'Europa
Ad essere colpiti dalla scure che il tycoon newyorchese calerà sull'economia europea sono vari settori come quello delle olive, della birra, del gin e dei camion. Non solo, potrebbero essere anche inasprite le tariffe già esistenti su aeromobili, formaggi e yogurt che vanno dal 15% al 25%.
A tremare sono soprattutto i colossi del lusso produttori di alcool, come Remy Cointrau, Pernod Ricard, Moet, Hennessy, Luis Vouitton. Tali società infatti potrebbero essere falcidiate da una stangata che arriva anche al 100% del prezzo dei prodotti esportati. In questo modo di fatto verrebbe quasi chiuso l'accesso al mercato statunitense, in quanto non considerato più conveniente dal punto di vista economico.
Stesso discorso vale per i produttori di gin e liquori britannici come Tanqueray, James Burrough, Diageo, Beefeater, e William Grant & Sons. Nel mirino anche la birra tedesca che potrebbe essere martoriata con nuovi dazi prima dell'Oktoberfest.
Di fronte a questa minaccia si è elevata la protesta del Distillated Spirits Council, l'associazione commerciale statunitense che rappresenta produttori e commercianti di distillati venduti negli USA. A giudizio dell'organizzazione, una misura di questo tenore non farebbe altro che intensificare le tensioni commerciali e mettere in difficoltà le aziende americane già vessate dalla pandemia.
Quello scontro tra Airbus e Boeing che dura da 15 anni
All'origine della mossa del Presidente a stelle e strisce vi è l'annosa questione legata ai sussidi agli aeromobili. L'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) aveva stabilito che USA ed Europa si sono resi responsabili di atti illegali a favore dell'apparato industriale che riguarda l'aviazione.
Lo scorso ottobre la WTO ha dato l'autorizzazione agli Stati Uniti di introdurre 7,5 miliardi di dollari di nuovi dazi sulle esportazioni provenienti dall'UE. L'inquilino alla Casa Bianca non si è fatto pregare e infatti ha imposto tariffe per la metà del valore. Con queste misure dovrebbe coprire quasi tutta la capienza consentita.
Secondo quanto riporta Bloomberg, l'Europa sarebbe pronta a una contromossa chiedendo alla WTO di attuare a sua volta dazi fino a 11,2 miliardi di dollari, dopo aver ottenuto il via libera a partire dal prossimo mese. Per Trump la richiesta verrà evasa per una cifra che non supererà i 300 milioni di dollari, quindi questa forma di ritorsione sarebbe destinata a cadere nel vuoto.
A questo punto il principale funzionario commerciale USA, Robert Lighthizer, spinge per trovare un accordo ma i colloqui tra le due parti contrapposte sembrano in una situazione di stallo, almeno per il momento.
Mercati finanziari: quali effetti da scontro USA-Europa?
Secondo il parere di Sébastian Galy, Senior Macro Strategist di Nordea AM, la turbolenza generata dalla minaccia di nuovi dazi è transitoria. Il quadro generale però rimane depresso perché gli investitori sono molto preoccupati per l'esplosione dei contagi soprattutto nel Midwest, in Florida e in tutto il Sud America.
L'esperto ritiene che il rally di questi ultimi mesi abbia anticipato in parte il rimbalzo dei mercati nel prossimo anno. A questo punto sarebbe importante guardare con attenzione a quelle attività che potrebbero beneficiare di un nuovo pacchetto di misure fiscali che il Governo americano metterebbe in atto, come ad esempio le infrastrutture.
Anche gli analisti di ActivTrades vedono un problema di fondo diverso, più strutturale. La corsa a beni rifugio come l'oro di questi ultimi tempi è una conferma che la view del mercato è di una scalata alle Borse fragile e insostenibile. Infatti mentre i mercati azionari alternano segni rossi e verdi, il prezzo del metallo giallo è in costante salita e ora lambisce quota 1.800 dollari.
Inoltre il recupero del dollaro delle ultime ore sembra poter assegnare al biglietto verde nuovamente il ruolo di bene rifugio e questo dimostrerebbe come l'ansia degli operatori, per una situazione poco chiara, si stia trasmettendo sulle scelte di investimento.