Che cosa ci fanno Donald Trump, Jeff Bezos e Bill Gates in Groenlandia? Parliamo del Presidente degli Stati Uniti e di due fra i più grandi imprenditori al mondo che hanno rivolto la loro attenzione alla Groenlandia, e le ragioni dietro questo interesse vanno ben oltre la semplice geopolitica.
La strategia di Trump e l'interesse americano per la Groenlandia
Il presidente Donald Trump ha espresso apertamente fin da subito il desiderio di rafforzare il legame tra gli Stati Uniti e la Groenlandia, arrivando persino a ipotizzare l’annessione dell’isola. Le sue dichiarazioni sono state chiare:
"Supportiamo la vostra possibilità di scegliere per il vostro futuro e, se lo deciderete, vi accoglieremo all'interno degli Stati Uniti d'America. Abbiamo bisogno della Groenlandia per questioni di sicurezza nazionale e internazionale."
Queste parole rispecchiano una posizione che Trump aveva già manifestato durante la sua prima presidenza, quando cercò – senza successo – di acquistare la Groenlandia dalla Danimarca. Ma perché gli Stati Uniti sono così interessati a questa immensa isola coperta dai ghiacci?
Un punto strategico cruciale
Dal punto di vista geografico, la Groenlandia occupa una posizione strategica fondamentale. Situata tra il Nord America e l’Europa, con la Russia a pochi passi, è sempre stata un territorio di grande interesse militare. Durante la Guerra Fredda, la Groenlandia faceva parte del cosiddetto “GIUK Gap” (Greenland-Iceland-United Kingdom), un passaggio obbligato per i sottomarini russi diretti nell’Atlantico.
Oggi, gli Stati Uniti hanno già una forte presenza militare sull’isola, con la base di Pituffik (ex Thule Air Base), utilizzata per monitorare il traffico aereo e marittimo nell’Artico. Ma il vero motivo per cui Trump e altri leader americani guardano con interesse alla Groenlandia è un altro: le risorse naturali.
Terre Rare: la nuova ricchezza della Groenlandia
La Groenlandia ospita alcuni dei giacimenti di terre rare più grandi al mondo. Questi elementi sono fondamentali per la produzione di tecnologia avanzata, dai microchip alle batterie, dai pannelli solari agli aerei da guerra. Per fare un esempio concreto, un solo caccia F-35, come quelli prodotti da Lockheed Martin richiede circa 408 kg di terre rare per la sua costruzione.
Secondo un rapporto dell’US Geological Survey, la Groenlandia è l’ottavo Paese al mondo per riserve di terre rare. Il sito più promettente è Kvanefjeld, che potrebbe coprire fino al 15% della domanda globale di questi materiali. La Cina domina attualmente il mercato delle terre rare, ma gli Stati Uniti vogliono ridurre la loro dipendenza da Pechino, e la Groenlandia potrebbe offrire una soluzione.
Fonte: https://eng.geus.dk/
Il riscaldamento globale facilita l’estrazione
Fino a pochi anni fa, l’estrazione mineraria in Groenlandia era limitata dalla presenza di spessi strati di ghiaccio. Tuttavia, il cambiamento climatico sta sciogliendo i ghiacci artici, rendendo accessibili enormi giacimenti minerari. Questo fenomeno sta trasformando l’Artico in un nuovo terreno di competizione economica e politica.
Fonte: https://eng.geus.dk/
Il no della Groenlandia alle trivellazioni
Nonostante l’enorme potenziale economico, la Groenlandia ha recentemente adottato una politica di stop alle nuove esplorazioni minerarie, puntando sulle energie rinnovabili anziché sull’estrazione di risorse naturali. Questa decisione contrasta con la visione di Trump, il quale ha sempre promosso lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali con il motto "Drill, baby, drill".
L’interesse di Bezos e Gates: l’AI nella ricerca di minerali
Mentre Trump punta su strategie geopolitiche e militari, Jeff Bezos e Bill Gates hanno scelto un approccio diverso. I due imprenditori hanno investito oltre 500 milioni di dollari nella società KoBold Metals, specializzata nell’uso dell’intelligenza artificiale per individuare giacimenti minerari nascosti.
KoBold Metals sta già operando in vari luoghi, tra i quali proprio la Groenlandia, con l’obiettivo di mappare il sottosuolo e identificare i luoghi con le più alte concentrazioni di terre rare. Se la Groenlandia decidesse di riaprire le concessioni minerarie in futuro, Bezos e Gates sarebbero già in una posizione di vantaggio.
Fonte: koboldmetals.com
Quale futuro per la Groenlandia?
La Groenlandia si trova ora al centro di una sfida globale tra politiche ambientali e interessi economici. Da un lato, gli Stati Uniti e le grandi aziende tecnologiche vogliono sfruttare le sue risorse per ridurre la dipendenza dalla Cina. Dall’altro, il governo locale e la popolazione groenlandese desiderano proteggere il territorio e puntare sulle energie rinnovabili.
Se la Groenlandia manterrà il divieto sulle nuove estrazioni, gli Stati Uniti potrebbero tentare altre strategie per ottenere l’accesso alle sue risorse. Il futuro di questa terra selvaggia dipenderà dalle scelte politiche dei prossimi anni, e la partita è appena iniziata.
Se vuoi approfondire le aziende coinvolte in qualsiasi settore, compresi l'estrazione e i microchip, per investire, le trovi sul Forecaster. Gratis per 7 giorni QUI