Quando una società non americana desidera raccogliere capitale e/o ottenere maggiore visibilità presso la Borsa di New York può decidere di emettere, tramite una banca statunitense, particolari certificati che rappresentano le azioni, ovvero le ADR. L'istituto finanziario, molte volte con filiali nel Paese della società straniera, può agire in accordo con l'azienda oppure in via del tutto autonoma. In questo modo, gli investitori hanno la possibilità di comprare dei titoli il cui accesso altrimenti potrebbe essere difficile e costoso. Negli Stati Uniti oggi sono quotate ADR di tantissime aziende estere, tra cui quelle del conglomerato cinese Alibaba. Nel testo parleremo in maniera più approfondita delle ricevute di deposito della società, evidenziando la data in cui hanno debuttato a Wall Street e come si sono comportate nel tempo.
ADR: cosa sono e come funzionano
Un ripasso però di cosa siano le ADR e come funzionano più nel dettaglio è sempre un esercizio utile. L'acronimo ADR sta per American Depositary Receipt e consiste in ricevute che una banca depositaria statunitense emette in rappresentanza delle azioni di una società non americana. In sostanza, l’istituto di credito acquista blocchi di azioni di tale società e contestualmente emette certificati, ognuno dei quali può rappresentare una, più azioni o una frazione di esse. L'investitore, quindi, cosa acquista? In questo caso non compra le azioni, che rimangono di proprietà e in custodia della banca. Viceversa acquista le ADR che rappresentano le azioni, ma che sono cosa diversa pur garantendo in pratica gli stessi diritti. In teoria, il prezzo tra le ADR e le azioni dovrebbe divergere, ma così non è in quanto si azionano meccanismi di arbitraggio nel mercato tali per cui alla fine le quotazioni vengono allineate.
Le ADR Alibaba
Le ADR Alibaba sono state quotate a Wall Street il 19 settembre 2014 a un prezzo IPO di 68 dollari che fornì una valutazione alla società di 169,4 miliardi di dollari. La raccolta fu di 21,8 miliardi di dollari. L'entusiasmo iniziale spinse subito in alto le quotazioni, il cui valore quasi raddoppiò nei successivi due mesi. Dopo un anno però le ADR tornarono al di sotto del punto di partenza, fino a toccare un minimo storico di 57,20 dollari. Da lì però partì una cavalcata straordinaria che portò i titoli a quintuplicare il loro valore, raggiungendo una vetta di 319,32 dollari a ottobre 2020.
Da quel momento la festa si interruppe bruscamente, perché le autorità cinesi iniziarono una violenta repressione normativa nei confronti dei grandi conglomerati tecnologici del Paese, rei di esercitare nel mercato una posizione dominante. Al riguardo, ad Alibaba fu comminata una multa salata, ma che non bastò a placare la pressione di Pechino. Tutto ciò pesò enormemente sulle ADR alla Borsa americana, che precipitarono bruciando oltre tre quarti di capitalizzazione. A ottobre 2022, le ricevute di deposito arrivarono fino a 58 dollari, nei pressi del livello più basso di sempre.
Per cercare di stemperare le tensioni tra la società e il governo, il gigante fondato da Jack Ma annunciò nel marzo 2023 lo spacchettamento dell'azienda (Alibaba si divide in 6 unità, le azioni volano a Wall Street), che venne divisa in sei unità con l'obiettivo di quotare in Borsa la maggior parte di essi. Tolto un certo entusiasmo iniziale, però, il piano non portò all'effetto sperato e le ADR ancora faticano a rialzarsi. Oggi il loro valore si attesta a 72,02 dollari, il che dà una capitalizzazione alla società di 180,54 miliardi di dollari (dati aggiornati all’11 febbraio 2024).