I rialzi delle
azioni degli ultimi tempi hanno subìto una battuta d'arresto ieri, dettata soprattutto dai dati sull'inflazione americana. L'indice dei prezzi al consumo statunitense riferito al mese di gennaio è sceso al 3,1% su base annuale, a fronte di aspettative del 2,9%. Su base mensile è aumentato dello 0,3%, mentre il consensus si aspettava un incremento solo di 20 punti base. Questi dati dimostrano come ancora il carovita sia un nemico ostico da domare e l'obiettivo del 2% della
Federal Reserve sia ancora lontano. Tradotto:
i tassi di interesse saranno tenuti alti almeno fino a giugno.
I funzionari della Fed avevano avvertito il mercato nelle ultime settimane che l'aspettativa di un taglio del costo del denaro già nella prossima riunione di marzo rappresentasse un'ipotesi eccessivamente ottimistica. Tuttavia, gli investitori avevano dato poco conto a tali dichiarazioni e avevano continuato a comprare spingendo l'indice S&P 500 a 5.000 punti per la prima volta nella storia.
Anche in Europa il rally ha proceduto a buon ritmo, sebbene con passo molto più cadenzato rispetto agli Stati Uniti, in virtù di buone trimestrali che hanno allentato il pericolo che
la flessione dell'economia e i rischi geopolitici potessero mettere in ginocchio le aziende. Sul Vecchio Continente pesa però la posizione granitica sui tassi - almeno nella percezione del mercato - della
Banca Centrale Europea, che mostra palese riluttanza a invertire in senso accomodante la sua politica monetaria nonostante la regione sia molto più a rischio di recessione rispetto all'altra sponda dell'Atlantico.
Azioni: per Allianz possibile crescita fino al 10%
Il punto ora è stabilire se i guadagni azionari continueranno oppure se prossimi mesi assisteremo ad un'inversione di rotta dettata da un contesto che ancora si mostra opaco. Ludovic Subran, capo economista del colosso assicurativo e finanziario tedesco Allianz, ritiene che le azioni conserveranno i guadagni fin qui accumulati fino alla fine dell'anno, nonostante preveda una correzione verso la metà del 2024. Tutto questo, a giudizio dell'esperto, nel caso in cui le Banche centrali ritarderanno il taglio del costo del denaro rispetto alle tempistiche che il mercato ha prezzato nelle azioni.
"I guadagni rimarranno in linea con i recenti rally nonostante la volatilità stagionale, poiché i mercati potrebbero riprezzare per adeguarsi a una diversa traiettoria di taglio dei tassi da parte delle Banche centrali", ha dichiarato Subran. In altri termini, "i rialzi a cui abbiamo assistito nell'ultima parte del 2023 ed all'inizio del 2024 torneranno entro la fine dell'anno", ha precisato.
L'economista non esclude una correzione, per via della resilienza della crescita negli Stati Uniti e della vischiosità dell'inflazione in Europa. Tuttavia, alla fine dell'anno potrebbe esserci "un rendimento azionario del 5-10%", il che sarebbe un risultato "abbastanza buono" considerato che questo "è un anno di normalizzazione per l'economia", ha concluso.