Riflettori puntati sulla Worldwide Developers Conference di Apple: l'evento inizierà alle 10 (ora californiana) e avrà come motivo dominante i progressi che l'azienda ha fatto nel campo dell'intelligenza artificiale.
Sulla nuova tecnologia il gigante dell'iPhone è rimasto indietro rispetto ad altri player e ora tutti sono in attesa di scoprire come la società intenda colmare il gap. Sul tavolo vi sono varie funzionalità, raccolte in quello che l'azienda chiama Apple Intelligence. Questo passaggio permetterà a Cupertino di mettersi sullo stesso piano delle altre, ma soprattutto di respingere la pressione di alcuni competitor come Samsung, che ha integrato le funzioni AI (Artificial Intelligence) di Google nei suoi dispositivi già dall'inizio del 2024.
Apple: l'intelligenza artificiale al centro della conferenza
Apple è stato in realtà un pioniere dell'intelligenza artificiale, avendo lanciato nel 2011 la tecnologia vocale Siri, poi superata di slancio da Alexa di Amazon e dall'Assistente Google di Alphabet. Ora Apple intende fornire una versione più potente di Siri, mentre nel frattempo mostrerà l'integrazione dell'intelligenza artificiale nei suoi software iOS 18, iPadOS 18 e macOS 15. Apple Intelligence avrà il compito di fornire agli utenti una quantità di informazioni enormi, che vanno dai messaggi di testo ed e-mail, alle notifiche, alla trascrizione di messaggi vocali e alla creazione di emoji personalizzate.
Il nodo più difficile da sciogliere è quello della creazione di propri modelli linguistici di grandi dimensioni. Per essere chiari, la tecnologia alla base di ChatGPT che ha rivoluzionato il mondo dell'intelligenza artificiale negli ultimi due anni. In questo settore Apple è in chiaro ritardo, al che sta pensando a una
partnership con OpenAI per avere un proprio chatbot. È possibile che alla conferenza di oggi, il gruppo guidato da
Tim Cook fornisca lumi in merito.
Il punto qui però è se un tale accordo comporti un minore utilizzo della ricerca di Google su iPhone da parte degli utenti, visto che Apple genera miliardi di dollari l'anno dall'accordo di condivisione delle entrate con il colosso di Mountain View. Un problema che Apple vorrebbe evitare è quello di andare incontro alle informazioni errate che a volte fornisce il chatbot di OpenAI (esattamente come quello di Google) ed è per questo che da un lato vorrebbe fare da sola offrendo un proprio dispositivo. Tuttavia, avere un partner la aiuta a ridurre l'assunzione di troppi rischi.
Apple può contare sempre su un numero molto elevato di consumatori fedeli all'azienda, il che potrebbe far sì che la società non si spinga troppo oltre l'AI generativa. "Ha una base installata molto potente di consumatori per la quale può fungere da canale, proprio come ha fatto per la ricerca e l'App Store, le due parti più redditizie del business di Apple oggi, al di fuori di iPhone", ha affermato Toni Sacconaghi, analista di Bernstein.