Per la prima volta dal 2008, le autorità cinesi hanno annunciato di aver ridotto le imposte per chi fa trading in Borsa. Con l’obiettivo di rilanciare un comparto che ha pesantemente accusato le ripercussioni della crisi immobiliare, l’imposta di bollo sulle negoziazioni a partire da oggi è stata dimezzata allo 0,05%.
La mossa ha permesso all’indice di riferimento CSI 300, composto da titoli quotati a Shanghai e Shenzhen, di balzare fino al 5,5% in avvio di settimana, prima di rallentare e chiudere con un +1,17% (3.752,62 punti). Secondo il quotidiano Global Times, da sempre particolarmente vicino alle posizioni del governo cinese, si tratta di un provvedimento pensato per "rinvigorire il mercato dei capitali e aumentare la fiducia degli investitori".
Borsa Cina: nuove misure per ridurre le IPO
Oltre alla riduzione dell’imposta sugli scambi azionari, la China Securities Regulatory Commission (CSRC) ha fatto sapere che, alla luce delle "recenti condizioni di mercato", prevede di allentare le regole sui margini per l'acquisto di titoli e che metterà un freno alle offerte pubbliche iniziali (IPO).
Questa misura è legata al fatto che spesso le nuove quotazioni finiscono per sottrarre liquidità ai mercati deprimendo le attuali valutazioni, visto che gli investitori al dettaglio liquidano le posizioni per destinare i fondi alle nuove offerte.
Si tratta di provvedimenti, ha valutato Louis Tse, Amministratore delegato della società di brokeraggio Wealthy Securities, “positivi nel breve termine, ma nessuno sa quanto questo durerà”. "Il mese scorso c'è stato un rally simile, presto evaporato, dopo che i funzionari avevano promesso maggiore sostegno. A meno di azioni concrete e durature, anche questa volta potrebbe accadere la stessa cosa".
Dello stesso avviso Xie Chen, gestore di fondi di Shanghai Jianwen Investment Management: “si tratta di azioni che probabilmente daranno una spinta a breve termine al mercato, ma non avranno un grande effetto a lungo termine". "Il rimbalzo potrebbe durare solo due o tre giorni, anche meno".
Borsa Cina: su sentiment pesa il crollo di Evergrande
Tra le misure proposte dalla CSRC per rinvigorire le piazze finanziarie del Dragone troviamo anche orari di negoziazione più lunghi e provvedimenti per spingere i riacquisti di azioni da parte delle società quotate.
"La buona notizia è che stiamo assistendo a nuove misure di allentamento", ha scritto Hui Shan, capo economista per la Cina di Goldman Sachs. "Ma la cattiva è che queste misure sono ancora frammentarie, soprattutto nel contesto della grave crisi immobiliare".
Le dichiarazioni di Shan fanno (anche) riferimento alla riamissione sui listini azionari del colosso delle costruzioni Evergrande il cui titolo, dopo 17 mesi di stop, ha ripreso a scambiare perdendo circa 80 punti percentuali. La società ha fatto sapere che si impegnerà nel processo di “riduzione dei rischi" ed a "garantire la consegna degli immobili".
La sensazione generale è che le riforme potrebbero non essere sufficienti a creare fiducia a lungo termine da parte degli investitori esteri e nazionali, decisamente preoccupati dalle potenziali ricadute del collasso di Evergrande sul settore immobiliare, che rappresenta il 70% della ricchezza delle famiglie cinesi.